Ne parlavano già i Romani, nel 250 AC. Ne hanno parlato pressoché tutti i Governi che si sono succeduti dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Ne parlò Prodi, che nel 1996 decise che si sarebbe realizzato. Berlusconi ne fece un suo cavallo di battaglia. Perfino Renzi recuperò l’idea, dopo che Monti nel 2012 l’aveva accantonata.
Stiamo parlando del Ponte sullo Stretto di Messina, che potrebbe riunire l’Isola al Continente facilitando la vita di tanti siciliani e portando ad un notevole risparmio, stimato in circa 3 miliardi di euro. Un’infrastruttura necessaria, resa possibile dalla tecnica che ha smentito una per una le obiezioni sollevate, dalla sicurezza alla resistenza sismica, fino al rischio di infiltrazioni da parte delle organizzazioni criminali.
Oggi, tuttavia, l’idea sembra dimenticata. Non se ne parla più, nemmeno come argomento elettorale. Nella campagna in corso per le Europee del 26 maggio, per esempio, non se ne fa parola. E questo malgrado l’Unione Europea potrebbe giocare un ruolo importante in termini di finanziamenti per la realizzazione dell’opera. Cosa si aspetta a recuperarlo?
Ce ne parla, nella nuova puntata di “Riserva di caccia” – la rubrica di approfondimento politico ed economico di Hashtag Sicilia – il nostro editorialista Salvatore Bonura. Seguiteci qui e sulla nostra pagina Facebook a partire dalle 20.00!