CATANIA – Lettere, diari di viaggio, acquerelli e uno stupendo quadro ad olio del celebre pittore Bampfylde, redatti tra il 1765 e il 1767, sono i documenti inediti messi in luce da Gabriele Mulè, architetto e studioso di Storia del Giardino e del Paesaggio, ne Il vulcano di Enea, uscito il 23 aprile per i tipi di Bonfirraro. Riemerge dai documenti storici ritrovati dallo studioso negli archivi di mezzo mondo (USA, Gran Bretagna, Sudafrica, Italia), il favoloso e dimenticato exploit che portò, tra il 19 e il 20 giugno 1766, per la prima volta, tre gentiluomini inglesi fin sulla cima dell’Etna nel corso di una grande eruzione.
Rigorosa indagine storica e taglio narrativo si intrecciano in una ricostruzione avvincente che mette a nudo il Grand Tour di William Benson Earle (1740-1796), Henry Penruddocke Wyndham (1736-1819) e Sir Thomas Worsley (1726-1768), dipingendo l’affresco del grande viaggio alla volta dell’Italia, sotto il segno della descrizione evocativa di luoghi, opere d’arte, persone. Earle, Wyndham e Worsley, uomini realmente esistiti, compagni di viaggio, ne Il vulcano di Enea dialogano tra loro con le loro stesse parole, tratte dai diari originali, trasmettendo intatta la stanchezza e la frustrazione, la fame e il freddo, l’eccitazione e il brivido, il senso profondo del mistero e del pericolo vissuti nella dimensione straordinaria del loro viaggio.
Ne Il vulcano di Enea si insegue così il vero spirito del loro Grand Tour, intrapreso dall’Inghilterra alla mercé di banditi, strade pessime e intollerabili locande, verso la presuntuosa Versailles, le grandiose antichità di Roma, le rovine sepolte di Pompei ed Ercolano, fino all’imprevedibile spettacolo del Vesuvio in eruzione (aprile 1766), prologo di eccitazione e turbamento che spinse i tre gentiluomini a tentare un’impresa: scalare l’Etna e i suoi crateri mentre sputano fuoco e fiamme (giugno 1766). È in Sicilia, isola ancora «molto poco visitata, per la maggior parte degli europei una terra sconosciuta, lontana e misteriosa come se appartenesse ad un altro continente» (come scrive Hélène Tuzet), che si compie la conquista fisica ed estetica del paesaggio millenario dell’Etna, scenario naturale dove si annidano insidie e occulte forze arcaiche, destinazione dai contorni sfumati, al centro di tormentate prospettive scientifiche e spirituali. Il periplo dell’isola, compiuto a bordo di una feluca lungo la rotta di Enea, il mitico eroe virgiliano, da Messina a Catania, da Siracusa ad Agrigento, fino a Palermo, completa il viaggio dei tre gentleman in una terra che soltanto negli anni a venire sarebbe diventata tappa estrema del Grand Tour.
Nato dallo studio di un misterioso e stupendo dipinto di Coplestone Warre Bampfylde (1720-1791) che rappresenta una Veduta di una grande eruzione sul fianco meridionale del monte Etna in Sicilia, presa sul luogo la notte del 19 giugno 1766, Il vulcano di Enea, edito da Bonfirraro, è un libro raro e unico nel suo genere. Il brivido colto del viaggio di scoperta in regioni misteriose e inesplorate, in bilico tra razionalità e meraviglia, si porge oggi, rinnovato, a un pubblico di appassionati, studiosi e viaggiatori moderni, sedotti dal fascino di un vero Grand Tour in una Sicilia settecentesca percorsa da un luminoso e irresistibile senso di riscoperta.
Il libro sarà presentato per la prima volta il prossimo 27 aprile alle ore 17:30 presso la Sala delle Armi del Castello Ursino di Catania: l’autore dialogherà con l’editore Salvo Bonfirraro, il vulcanologo dell’INGV dott. Stefano Branca, a moderare l’evento sarà il giornalista Salvo Fleres. Altro appuntamento su scala nazionale sarà il Salone del Libro di Torino cui la casa editrice Bonfirraro parteciperà con il proprio stand dal 9 al 13 maggio 2019. Si ricorda infine la presentazione del 24 maggio alle ore 17:15 presso la Biblioteca centrale della Regione siciliana A. Bombace di Palermo.