CATANIA – Approfondire un modello di rilancio economico-sociale in una realtà che ne ha tanto bisogno. Ma che soprattutto ha bisogno di rilanciarsi come comunità, di riscoprire una bellezza nelle proprie vie, nelle piazze, nel quartiere, anche se quel quartiere si chiama Librino. E’ il senso dell’incontro “Cooperativa di comunità a Librino: è possibile?”, organizzato da Confcooperative Sicilia insieme all’Arcidiocesi di Catania e alle associazioni del territorio rappresentate da Guglielmo Barletta, Portavoce Rete Sociale Librino, Sara Fagone, Portavoce Rete Piattaforma Librino, Emanuele Bonomo, Presidente Associazione Lievito Urbano.
Ad aprire l’incontro, moderato dal Presidente del Comitato Librino Attivo Leandro Perrotta, il presidente di Confcooperative Sicilia Gaetano Mancini: “Siamo convinti che la partecipazione sia il motore dei processi di sviluppo – ha detto Mancini – Nelle periferie è più complicato avere un approccio positivo, perché si avvertono differenze marcate con altri luoghi della città, e talvolta le Istituzioni faticano a garantire i servizi sociali. Questo contribuisce a creare un clima di sfiducia. Ma abbiamo già assistito a fenomeni di tipo comunitario che hanno portato ad una crescita e ad un miglioramento di realtà periferiche, anche qui a Librino. Dobbiamo sforzarci di ascoltare questa realtà, per costruire insieme qualcosa di nuovo”.
“Questo quartiere e questa città vivono un momento molto grave, anche a causa del dissesto – ha sottolineato Don Piero Sapienza, direttore della Pastorale del lavoro dell’Arcidiocesi di Catania – ma dobbiamo sforzarci di capire quali lumicini possiamo accendere. Dobbiamo maturare idee, e tra queste la cooperazione può avere un ruolo importante per dare risposte a questo territorio. L’incontro di questa sera deve proseguire, insieme alle associazioni presenti a Librino, con altri incontri che ci diano gli strumenti concreti per ripartire”.
A scendere nel dettaglio delle potenzialità offerte dalla cooperazione di comunità l’esperto di Confcooperative Giovanni Teneggi: “Io vengo da un piccolo paese di montagna, che ha un grande quartiere totalmente addormentato come può esserlo Librino – ha detto Teneggi – Per svegliarsi e ridiventare ‘luoghi’, questi posti hanno bisogno di diventare impresa comune. Magari un’impresa cooperativa di cui gli abitanti siano i soci, attraverso la partecipazione nuova alla cittadinanza. Grazie alla cittadinanza intraprendente questi ‘non luoghi’ si risvegliano e tornano ad essere ‘luoghi’. Il modello di cooperativa di comunità che stiamo presentando mira ad ottenere proprio questa riappropriazione dei territori”.
Ad intervenire anche Federica Verona, Consigliere Confcooperative Habitat Lombardia e animatrice del Super Festival delle Periferie. “Confcooperative nazionale ha scelto di affidare ad Habitat le cooperative di comunità – ha detto Verona – perché è fondamentale lavorare sullo scambio con il territorio, sul tema della rigenerazione e dell’urbanità. Bisogna creare scambio mutualistico tra i cittadini e il territorio, per farlo diventare soggetto e non più un oggetto economico. E’ importante lavorare con le associazioni e le realtà presenti sul territorio che si attivano dal basso, perché grazie ad esse si possono immaginare progettazioni che coinvolgano gli abitanti”.
A concludere l’incontro l’Arcivescovo di Catania Salvatore Gristina. “Sono particolarmente lieto di aver preso parte ai lavori – ha detto il Vescovo – come sapete sto facendo la visita pastorale in questo quartiere, sto visitando le parrocchie e le associazioni. La visita pastorale mi permette di conoscere meglio questa realtà, nei suoi lati splendidi e in quelli problematici. Librino è un’esperienza umana, e come tutte le esperienze umane ha questo dualismo. Come Chiesa, in questo territorio, come possiamo renderci presenti? Questa è la grande sfida. La cooperativa di comunità potrebbe essere un mezzo per affermare questa presenza – ha concluso Sua Eccellenza – E questo è un impegno che vorrò condividere con la gente, i sacerdoti, le associazioni”.