“Liberaci dai nostri mali”. Suona come una preghiera – una preghiera laica ma primigenia, fondamentale – il titolo del nuovo libro della giornalista catanese Katya Maugeri. Il volume, edito dal Villaggio Maori edizioni e arricchito dalle foto di Alessandro Gruttadauria, è un viaggio nel mondo segreto e doloroso che si trova dietro le sbarre. Nella realtà del carcere, quello strumento che sin dal dettato costituzionale dovrebbe tendere, come tutte le pene, alla “rieducazione del condannato”. Ma che nei fatti diventa un universo a sé, con regole esterne e dinamiche intime che chi sta fuori non può neanche immaginare.
Almeno finché non arriva un libro come questo a spiegartelo. Già dal sottotitolo – “Inchiesta nelle carceri italiane: dal reato al cambiamento” – l’autrice chiarisce i fondamentali del suo lavoro. Sin dalla preposizione utilizzata: non si tratta di un’inchiesta “sulle” carceri, realizzata attingendo in modo pur rigoroso al materiale già disponibile sull’argomento, ma “nelle” carceri, nelle quali la giornalista fisicamente si è recata per raccogliere le testimonianze di sette detenuti, parlando con loro, rivivendo le loro storie, respirando la loro stessa aria. Il risultato è un lavoro non mediato da alcun pregiudizio e viceversa immediato, schietto, autentico. Come pretende il dramma che Katya Maugeri ha voluto raccontare.
Da cronista vera, che ha fatto degli ultimi e delle realtà che gli ultimi incontrano la cifra del proprio lavoro (fondamentale anche l’inchiesta sulla tossicodipendenza data alla luce nelle scorse settimane). Lo sottolinea Claudio Fava nella prefazione che impreziosisce il libro: “Descrivere una porta che si chiude è semplice. Più complicato era raccontare le domande di questi carcerati, quell’ossessione che li porta a chiedersi e a chiedere sempre le stesse cose senza risposta. Il reportage di Katya Maugeri – che molto ascolta, che molto osserva – quel rumore lo avverte”.
“Non il rumore, scontato, dei chiavistelli – conclude il Presidente della Commissione Antimafia all’ARS – ma quello spezzato delle anime storte, dei rimorsi, delle menzogne, delle attese, delle promesse”. Il libro – che sarà presentato il prossimo 13 aprile alle 18.30 presso l’Ostello degli Elefanti di Catania, alla presenza dell’autrice e dei relatori Claudio Fava e Sebastiano Ardita – rappresenta una nuova, preziosa pagina nella letteratura giornalistica sul mondo delle carceri. E l’autrice rende un buon servizio alla coscienza e alla consapevolezza dei lettori.