PALERMO – “Vogliamo restare in Sicilia”. E’ il grido forte che si è levato dall’Assemblea Regionale di Confcooperative Sicilia, svoltasi ieri al San Paolo Palace Hotel di Palermo alla presenza dei vertici regionali e nazionali della confederazione e di oltre trecento cooperatori, rappresentanti di una realtà che in Sicilia aggrega 2.370 cooperative, con 66.924 soci, 24.993 addetti e 1 miliardo e 107 milioni di fatturato.
Molti gli ospiti istituzionali, dagli Assessori regionali Totò Cordaro (Territorio e Ambiente), Mimmo Turano (Attività Produttive), Roberto Lagalla (Formazione), Edy Bandiera (Edy Bandiera), Ruggero Razza (Sanità), alla vicepresidente della Commissione Attività Produttive all’ARS Angela Foti e al Capogruppo del PD Giuseppe Lupo e del componente della Commissione Attività Produttive Giovanni Cafeo. Erano inoltre presenti numerosi rappresentanti delle associazioni datoriali e sindacali e della società civile.
Ad aprire l’Assemblea la testimonianza di don Vito Impellizzeri, che ha raccontato ai presenti l’esperienza di Verbumcaudo, una realtà d’eccellenza sorta in un bene confiscato alla mafia, esempio di una Sicilia che non smette di sperare e di lottare anche attraverso gli strumenti della cooperazione. Un esempio richiamato nel corso della sua relazione dal Presidente regionale Gaetano Mancini.
“C’è una parte di Sicilia fatta da cittadini che vogliono credere che il proprio futuro possa essere qui – ha detto Mancini – che possa costruirsi nella terra nella quale sono nati. Cittadini che vogliono poter pensare che non sia un destino segnato quello di dovere tagliare le proprie radici e di interrompere il legame con il territorio che li ha visti crescere, sviluppare affetti, cullare i propri sogni. Ma che vogliono andare anche oltre, pensando che le proprie capacità, i propri sogni, il proprio entusiasmo, possano essere messi a disposizione per fare crescere e sviluppare il loro territorio”.
“Noi crediamo che questi cittadini meritino attenzione – ha proseguito Mancini – Anzi, che dare loro attenzione costituisca una priorità. La proiezione demografica in Italia riferita al periodo 2017-2065 prevede che in meno di cinquant’anni nel Mezzogiorno ci saranno circa 5 milioni di abitanti in meno. La Sicilia sarà molto meno popolata e drammaticamente molto più vecchia. Cioè una realtà insostenibile sotto il profilo economico e sociale. Uno scenario che non ci piace evocare”.
Per evitarlo, sottolinea il Presidente di Confcooperative Sicilia, è necessario investire sulla partecipazione, sulle politiche sociali, sulla costruzione di una nuova strategia per l’isola e su un rilancio del protagonismo delle parti sociali che sono chiamate ad assumersi la responsabilità di proporre idee e promuovere il dialogo. Una strategia che riguardi anche la cooperazione, e che passa anche dalla gestione di dossier delicati come quello del credito agevolato, che ha visto la confederazione in campo sull’accorpamento di IRCAC e CRIAS.
“Noi siamo pronti a fare la nostra parte – ha detto ancora Mancini – Insieme alle nostre associate che, giorno per giorno, contribuiscono alla sostenibilità sociale ed economica e alla crescita della nostra regione. A loro garantiamo il nostro impegno nel facilitare la missione di impresa, nel far cogliere le opportunità dei mercati, nell’aiutarle nella ricerca delle risorse per gli investimenti, nel creare ‘ponti’ con altri territori per confrontarsi e sviluppare nuove idee. Insieme a loro, nella consapevolezza della nostra lunga e bella storia, vogliamo coltivare la responsabilità del futuro, guardando alle nuove e complesse sfide che abbiamo davanti, ma usando sempre le lenti dei nostri antichi valori”.
A tornare sui valori anche il Presidente nazionale Maurizio Gardini. “Concludo questi due giorni di visita in Sicilia con la consapevolezza che siamo un’organizzazione fortemente strutturata sul territorio, che vogliamo continuare a batterci per le cooperative, per difenderle in un contesto molto difficile – ha detto Gardini prendendo la parola – dobbiamo essere bravi a fare la nostra parte, perché questo ci permette poi di richiedere un impegno forte alle Istituzioni. Non è un momento semplice per il Paese, ma siamo in campo per chiedere ascolto e attenzione al Governo”.
“Il nostro impegno è fare di Confcooperative Sicilia un’organizzazione sempre più forte, sempre più vicina alle cooperative attraverso dirigenti, funzionari e collaboratori – ha detto ancora Gardini – serve un richiamo a fare rete, per affermare che qui c’è un popolo e non qualche visionario isolato che costruisce sogni non relizzati. Questo è l’impegno a cui ci dobbiamo consegnare. Tornerò presto in Sicilia per visitare un po’ di cooperative tra cui Verbumcaudo, cui mi legano anche ricordi personali – ha concluso il Presidente di Confcooperative – ma per far sentire che l’organizzazione è vicina, per creare condizioni di finanza, per essere protesi verso un modello di efficienza e non solo alla ricerca di interventi esterni. Dobbiamo essere protagonisti del nostro presente e del nostro futuro”.