RAGUSA – Dopo lunghi anni di attesa, il ministero dei Beni e delle Attività culturali ha pubblicato l’elenco dei soggetti a cui è stata riconosciuta la qualifica di restauratore di beni culturali. Per Cna, l’elenco dei restauratori qualificati è un punto di partenza irrinunciabile e non il punto di arrivo.
Pertanto, forti della qualifica acquisita, è stato sollecitato un maggiore impegno sia dalla Regione siciliana che degli Enti locali per rilanciare l’attività di restauratore in ordine ad un settore ritenuto importante, ma, nei fatti, poco valorizzato. “Un territorio come il nostro, ricco di monumenti e di edifici di grande rilevanza culturale, storica e architettonica – affermano Antonella Caldarera, responsabile territoriale Cna Restauratori, e Sebastiano Patanè, portavoce territoriale Cna restauratori – non può e non deve essere abbandonato sia per una questione di decoro, sia perché siamo di fronte ad un ambito di eccezionale valore, la cui attrazione turistica rappresenta una significativa fonte di ricchezza. Le opere manutentive e di restauro, in alcuni casi, non sono più rinviabili”.
Ecco perché il gruppo dirigente dei restauratori Cna composto da: Gaetana Ascenzo, Antonio Bovelacci, Alessandro Bovelacci, Tiziana Cilia, Tiziana Iozzia, Valeria Mallia, Antonella Pancaldo, Alba Paolino, Carmelo Vitale, ha pensato di mettere a conoscenza di tutto ciò le Curie di Ragusa e Noto, la Sovrintendenza ai beni culturali e ambientali e i sindaci del territorio. E’ stata inviata una lettera allegando l’elenco provinciale dei restauratori che compaiono in quello del Mibac.
“Ciò al fine – aggiungono Caldarera e Patanè – di combattere la piaga dell’abusivismo territoriale, che si è sviluppato anche in un settore importante e qualificato come quello del restauro”.