Nella stanza dello psicologo. Dipendenza affettiva, che cos'è e come liberarsene

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Cos’ è la dipendenza affettiva? Perché non riusciamo a fare a meno di quella determinata persona? Perché viviamo in quello stato di angoscia permanente, senza provare nessuna gioia o voglia di vivere, e il pensiero è sempre rivolto alla persona amata e desiderata, che invece ricambia ogni atto amoroso con il rifiuto, la violenza, o con l’indifferenza?

La dipendenza affettiva è un fenomeno sempre più in crescita e può coinvolgere sia uomini sia donne.

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Le relazioni amorose purtroppo non sempre sono reciproche, e tantissime donne, pur di non perdere il compagno, accettano qualsiasi condizione: umiliazioni, silenzi, assenze, tradimenti, rifiuti, svalutazioni, fino ad arrivare alla violenza verbale o fisica. Si accetta di sottostare al partner, passano mesi, anni, e quella relazione diventa sempre più malata, e a tenerla in vita, solo quel sottile filo di speranza, che le cose possano un giorno finalmente sistemarsi. Si vive nel terrore di essere abbandonati o lasciati, e quell’uomo diventa sempre più onnipotente, e può permettersi ogni cosa con la sua donna, che starà sempre lì pronta ad assecondarlo e a sperare di essere l’unica donna per lui.

La dipendenza affettiva nella donna si manifesta con la paura di essere abbandonata e lasciata, con la paura di non essere all’altezza del proprio uomo, e quando la storia amorosa pone al termine, generalmente queste donne sprofondano in una sensazione di vuoto. Non trovano più niente e nessuno stimolante, i loro occhi si spengono, si sentono delle nullità, niente riesce a stimolare la loro curiosità o voglia di vivere, fino ad arrivare a uno stato vero e proprio di depressione malinconica.

Nell’uomo la paura di essere abbandonato, si trasforma invece nell’ossessione di perdere il possesso di qualcosa che ritiene debba per forza appartenergli. E quando alcuni di questi uomini vengono lasciati, la loro unica missione diventa quella di riprendersi ciò che hanno perduto, iniziano così a braccare la vittima, a seguirla, a pedinarla, a fare terra bruciata attorno a lei, invadono i suoi spazi, incursioni al lavoro, in palestra, nei luoghi che l’ex frequenta, fino a diventare dei veri e propri stolker.

Un altro fenomeno molto comune nelle relazioni, è la sindrome di infatuazione patologica, in altre parole innamorarsi di qualcuno che non ricambia, in questi casi i soggetti infatuati arrivano perfino a sacrificare se stessi e tutti i propri interessi in nome di qualcuno che non ricambia, in termini psicoanalitici si potrebbe dire che ci troviamo in presenza di un disturbo di personalità masochistica-depressiva. Il soggetto vive questo stato di infatuazione patologica, dimostrando tutto il suo amore per l’oggetto non disponibile, e in alcuni casi questa infatuazione potrebbe durare anni senza riuscire a trovare vie d’uscita.

Questa infatuazione potrebbe rappresentare la sottomissione agli aspetti ego-ideali del Super-Io che vengono proiettati nell’oggetto amato non disponibile. Pur di sperare in quest’amore impossibile, il soggetto accetta spesso una pseudo amicizia con l’oggetto amato, nella speranza che un giorno questo rapporto possa trasformarsi in amore, un giorno sempre più lontano che difficilmente arriverà, e che pian piano annichilisce l’innamorato con dosi letali di angoscia…

Ogni forma di dipendenza affettiva, può avere origine da conflitti infantili irrisolti o da stili di attaccamento disfunzionali, che non hanno garantito amore, conforto o sicurezza. Per ulteriori approfondimenti relativi al trattamento della dipendenza affettiva, puoi scrivere una mail, o chiedere un consulto al seguente indirizzo: dr. Silvestro Lo Cascio, psicologo e psicoterapeuta, mail: siloc14@yahoo.it

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