CATANIA – Non solo assistenza, ma un supporto per quanti si trovano in difficoltà e vogliono ripartire. Lo testimoniano più di 225 mila interventi complessivi effettuati dai servizi della Caritas Diocesana di Catania nel corso dello scorso anno tra pasti, ascolti, contributi per bollette e affitti, per studiare e per nuove imprese, farmaci, ospitalità, vestiario, e ancora molto altro. Sono questi i numeri della solidarietà nei confronti dei più bisognosi della Città che arrivano dall’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse dell’organismo diocesano che ha coordinato i vari servizi per giungere alla redazione del primo report. I dati sono stati presentati sabato scorso, al Museo Diocesano, nel corso del convegno “Un cuore che vede dove c’è bisogno di amore”, alla presenza di Sua Eccellenza l’Arcivescovo Salvatore Gristina.
GLI ULTIMI DEGLI ULTIMI. L’Unità di strada, il servizio di ronda notturna che quotidianamente ascolta e consegna pasti e vestiario ai senzatetto della Città, raggiunge quella porzione di poveri che si trova fuori dalle rotte delle mense sociali e dei centri di ascolto. Nel corso dell’anno passato sono stati 23.725 i pasti consegnati, una media di quasi 70 al giorno, oltre a circa cinquemila altri beni, tra cui giubbotti, coperte, calze e biancheria intima. Netta la predominanza italiana, circa il 60%, e degli uomini, che valgono l’85% del totale degli interventi.
I CENTRI DI ASCOLTO. Dai centri di ascolto, cioè quei luoghi privilegiati in cui si intessono relazioni con i poveri e si studiano le strategie per supportare le diverse persone incontrate, sono passati complessivamente oltre 4.500 assistiti nel corso del 2018. Il centro di ascolto diocesano di via Acquicella, quindi nel cuore di uno dei quartieri più esposti alla fragilità sociale, ha visto 1.925 ascolti complessivi, quasi tutti catanesi, con una decisa preponderanza di donne (1.285). Gli interventi hanno privilegiato le utenze della luce del servizio elettrico nazionale (24%), le “altre utenze della luce” (36%) e i farmaci (19%). L’identikit dell’utente-tipo è donna, tra i 41 e i 60 anni, una fetta che vale quasi il 40% degli ascolti. Rilevante anche il dato relativo ai livelli di istruzione: il 60% ha solo la licenza media inferiore, il 18% la licenza elementare.
Dal centro di ascolto dell’Help Center della Stazione Centrale, quasi 2.300 ascolti nel corso del 2018, si manifestano altre necessità e un’altra tipologia di utenza. L’85% è uomo, poco meno del 60% è extracomunitario e le richieste principali riguardano la colazione (40%), l’ascolto (30%), i beni primari (coperte e indumenti al 20%).
LA RETE SANITARIA. La rete sanitaria della Caritas Diocesana, che si trova all’interno dell’Help Center, è costituita da un ambulatorio dedicato alle cure di primo livello e dalla possibilità di indirizzare, o prendere in carico, le situazioni di malattia più complesse tramite convenzioni, accordi e protocolli con le altre strutture sanitarie collegate. A gestirla ci sono dei medici volontari che, tra luglio del 2018 e marzo del 2019, hanno registrato 178 accessi per 128 utenti, con una grossa fetta di provenienza africana (circa la metà).
LE MENSE. Le mense della Caritas Diocesana si trovano a Librino, dove opera a pranzo per quattro giorni a settimana la “Beato Dusmet”, e all’Help Center, dove garantisce la cena dal lunedì al sabato e il pranzo domenicale. Quotidianamente si preparano 450 pasti all’Help Center, inclusi quelli dell’Unità di strada, e 125 alla “Beato Dusmet”. Lo scorso anno sono stati preparati 167.400 pasti nella prima e 48 mila nella seconda. Differente è la tipologia di chi accede a questo servizio: all’Help Center l’utente tipo è extracomunitario tra i 18 e 39 anni, sebbene negli ultimi anni sia cresciuta notevolmente la presenza dei catanesi che ormai vale meno della metà; alla “Beato Dusmet” l’utente-tipo è italiano e ha un’età compresa fra 30 e 49 anni.
OSPITALITÀ. La rete di ospitalità della Caritas, includendo i due centri di accoglienza, ha permesso di accogliere, tra il 2011 e il 2018, 134 persone, tra italiani e stranieri.
NON SOLO ASSISTENZA. I numeri del microcredito, così come quelli dei centri di Ascolto, hanno dimostrato che il ruolo della Caritas in città non si limita all’assistenza, ma veicola e sostiene la possibilità di ricominciare. Lo dice l’elaborazione del servizio: 175 istruttorie e circa 792 mila euro erogati tra il 2011 e il 2018 grazie alla mediazione degli esperti diocesani che sono serviti a studiare, rifarsi una vita e, in diversi casi, anche a lanciare sul mercato un’idea, un’attività (ben 9 le imprese nate per 164 mila euro). Poco più di un centinaio sono state le prese in carico della consulenza legale, nel periodo compreso tra il 2013 e il 2018, con una netta predominanza di italiani.
IL QUADRO CONCLUSIVO. Numeri che messi assieme valgono oltre 225 mila interventi che offrono spunti e riflessioni sia per la crescita registrata – triplicata la povertà negli ultimi cinque anni, secondo una stima dell’Osservatorio – ma anche per la distribuzione degli interventi che ormai riguardano in percentuali quasi eguali gli italiani e gli stranieri (40% extracomunitari, 10% comunitari) e soprattutto gli uomini (70%).
Don Piero Galvano, direttore della Caritas Diocesana, ha ricordato, nel corso del suo intervento, che «l’Osservatorio vede nelle Parrocchie, nei Servizi Sociali del Comune di Catania, nella Rete delle realtà civili ed ecclesiali, interlocutori privilegiati per realizzare all’unisono “Un cuore che vede dove c’è bisogno di amore”».
Carmela Impeduglia, referente dell’Osservatorio diocesano, ha ribadito «la disponibilità ad offrire affiancamento e supporto alle parrocchie che desiderano creare un Centro di ascolto o pensano di mettere in rete quello che è già operativo perché, come auspica il nostro Arcivescovo, possano moltiplicarsi le “Oasi di misericordia” che vanno incontro ai fratelli portando la bontà e la tenerezza di Dio».