ZAFFERANA (CT) – C’è l’Etna, la sua forza e il suo calore, la sua cenere – con i suoi odori e paradossalmente i suoi sapori – nel primo cru di vigna De Rerum Aetna della famiglia Costa a capo dell’azienda Oro d’Etna.
Lo scorso venerdì questo nuovo vino è stato presentato a una folta platea di esperti del settore, di giornalisti enogastronomici e di buyers: una serata ricca di emozioni, così come è trapelato dalle parole del fondatore dell’azienda Sebastiano Costa e del figlio Sebastiano.
Proprio papà Sebastiano ha ricordato le tappe importanti della sua vita che lo hanno riportato in Sicilia dopo aver vissuto molto tempo in Svizzera: l’amore per l’Etna e per la natura ha dato vita all’azienda che si è specializzata innanzitutto in miele e confetture. Poi la voglia di crescere con l’acquisto di un vigneto: non sono mancati i problemi, legati anche alle intimidazioni della malavita e dal racket. Ma l’orgoglio e la passione per il territorio, la forza dei familiari, dei suoi dipendenti e dell’associazione antiestorsione ASAEC, sono stati la spinta per continuare la sua attività.
Durante la serata il dott. Filippo Trovato, enologo di vigna, ha descritto dettagliatamente nelle sue caratteristiche di impianto, di allevamento e di propagazione, il vigneto di 5 ettari, situato a Zafferana Etnea, sul versante Est dell’Etna a circa 550 metri sul livello del mare.
È Domenico Costa, figlio di Sebastiano a presentare i vini con la grande emozione di chi crede nel proprio territorio e nelle potenzialità delle tradizioni con uno sguardo moderno.
Sono stati i sommelier dell’Ais a servire gli ospiti: il Vena Aetna Bianco 2015, prodotto dai tradizionali Carricante e Cataratto e dall’inconsueta Minnella a bacca bianca (15%) che esalta in eleganti profumi di ginestra, frutta a polpa gialla, evolvendo in note terrose e pietre bagnate, che avvolgono il palato con un’inaspettata freschezza gustativa.
A seguire il Vena Aetna Rosato 2016, tutto da Nerello Mascalese, dal color corallo lucente e dall’intenso impatto olfattivo. Frutta estiva, petali di rosa e note di brezza marina che Domenico ricorda nelle sue passeggiate da bambino sulla battigia. Il sorso denota una struttura interessante e addirittura un finale lievemente tannico.
Il momento del Vena Aetna rosso 2015. Il Nerello Mascalese e il 10% di Nerello cappuccio affinano in rovere e castagno per 6 mesi. Dal colore rubino con presente luminosità, fine al naso che sa di frutta rossa matura, di foglie calpestate nel bosco, di liquirizia, in bocca dimostra, nei tannini, la tenacia del territorio e una longevità tutta da scoprire.
Finalmente il momento piu atteso: il De Rerum Aetna. Prodotto dalla parte più vecchia del vigneto, addirittura 87 anni, in prevalenza prefillosserico, tutto a Nerello Mascalese, coltivato ad alberello sui terrazzamenti realizzati con muri a secco in pietra lavica. Vinificato a bassa temperatura e per lungo tempo sulle bucce, dopo un affinamento sulle fecce fini per qualche mese, sosta per 18 mesi in una botte grande realizzata in castagno dell’Etna. “N’lignu bastardu pi n’vinu bastardu” (un legno di carattere per un vino con un gran carattere), il ricordo delle parole del nonno per comprendere la scelta del tipo di legno.
Il colore è un incantevole rubino perlato di riflessi granati con una luce regale. Al naso c’è “tanta roba”, come scherzosamente Domenico ha definito questo vino.
Questo è un vino che per l’azienda Oro d’Etna rappresenta il frutto di duro lavoro perpetuato negli anni, la personale interpretazione di quello che è il concetto stesso di Etna Doc. Il voluto riferimento al celebre poema “De rerum natura” di Lucrezio sta proprio nel riferimento letterale del titolo. Un poema nel calice, l’interpretazione di Etna come cru di vigna.
Evocativo come il nome, ideato da Vincenzo Tommaseo, è anche la scelta grafica. Frutto del genio della fotografa Elisa Ottaviano, la silhouette del vulcano si fonde col buio e la luce data dal suo stesso fumo, creando un insieme inquietante ma al contempo affascinante, magnetico e materno, dove l’embrione stesso della terra e del vulcano da vita al vino.
Affascinati da queste sensazioni i presenti in sala, i sommelier, le associazioni del mondo vitivinicolo, Ais, Fisar, Onav, Anag, le testate giornalistiche. Grandi gli apprezzamenti di Antonio Benanti, presidente del Consorzio Etna DOC, Gina Russo, presidente delle Strade del Vino dell’Etna e l’entusiasmo di Elio Savoca, Movimento Turismo del Vino Sicilia.
I vini sono stati assaggiati, oltre che singolarmente, anche associati a una prelibata cena realizzata dallo Chef Marco Torrisi, torta e grappa Pura Aetna, il distillato delle vinacce di Nerello Mascalese.