Caso Diciotti, gli iscritti del M5s votano contro l'autorizzazione a procedere per Salvini

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Il Movimento Cinque Stelle voterà contro l’autorizzazione a procedere per il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, in relazione all’accusa di sequestro di persona aggravato formulata dal Tribunale dei Ministri di Catania sul “caso Diciotti”. L’esito della votazione sul portale Rosseau è stato diffuso nella serata di ieri: a votare sono stati 52.417 iscritti al Movimento, il 59,05% dei quali ha detto no all’autorizzazione a procedere.

“Far votare i cittadini fa parte del nostro DNA – ha scritto su Facebook Luigi Di Maio, capo politico del Movimento – lo abbiamo sempre fatto come accaduto per il contratto di Governo, per la scelta dei nostri parlamentari o per i programmi. L’altissimo numero di votanti dimostra anche questa volta che Rousseau funziona e si conferma il nostro strumento di partecipazione diretta. Con questo risultato i nostri iscritti hanno valutato che c’era un interesse pubblico nella vicenda Diciotti e che era necessario ricordare all’Europa che c’è un principio di solidarietà da rispettare”.

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Il vicepremier ha rivendicato il risultato della votazione, dopo le polemiche dei giorni scorsi sulla formulazione del quesito e sulla decisione di sottoporre al vaglio della base la decisione: “Sono orgoglioso di far parte dell’unica forza politica che interpella i propri iscritti, chiamandoli ad esprimersi – ha concluso Di Maio – Presto ci saranno votazioni anche sulla nuova organizzazione del MoVimento 5 Stelle”.

Soddisfazione anche per il diretto interessato, Matteo Salvini, che nella giornata di ieri aveva dichiarato di attendere serenamente l’esito della votazione: “Sono tranquillo – aveva detto il Ministro dell’Interno – gli italiani sanno che ho fatto il loro bene, difendendo i confini e la sicurezza nazionale. E non mollo”. Critiche sulla votazione e sulle sue modalità erano state avanzate invece dalle opposizioni, a partire da Forza Italia e Partito Democratico.

Frattanto la Procura di Catania ha ricevuto gli atti trasmessi dalla Presidenza del Senato relativi alla “autodenuncia” del premier Giuseppe Conte, del vicepremier Luigi Di Maio e del ministro Danilo Toninelli presentata insieme alla memoria difensiva di Salvini di fronte alla Giunta per le autorizzazioni. Nel documento il capo del Governo e i due Ministri dichiaravano la corresponsabilità politica nella decisione di ritardare lo sbarco dei centosettantasette migranti a bordo della nave “Diciotti”, nell’agosto del 2018.

Bocche cucite in Procura sugli sviluppi giudiziari della vicenda. Come riportato nei giorni scorsi, il fascicolo potrebbe portare all’iscrizione sul registro degli indagati dello stesso Capo del Governo e dei due Ministri. L’iscrizione, spiegano comunque ambienti giudiziari, sarebbe soltanto un atto dovuto e la Procura guidata da Carmelo Zuccaro è la stessa che aveva chiesto l’archiviazione per il Ministro dell’Interno. Era stato il Tribunale dei Ministri di Catania, invece, a chiedere l’autorizzazione a Palazzo Madama.

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