CATANIA – Continua a tenere banco il “caso Diciotti”, la vicenda giudiziaria relativa alla nave della Marina Militare italiana che mesi fa rimase ancorata per giorni al molo di Levante del porto di Catania con a bordo oltre centosettanta migranti.
Se fino a ieri protagonista del caso era soltanto il Ministro dell’Interno Matteo Salvini – sostenitore della linea dei “porti chiusi”, per il quale il Tribunale dei Ministri di Catania ha chiesto l’autorizzazione a procedere per sequestro di persona aggravato – un nuovo capitolo potrebbe aprirsi con la trasmissione alla Procura di Catania della “autodenuncia” del premier Giuseppe Conte, del vicepremier Luigi Di Maio e del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, allegata alla memoria difensiva del Ministro dell’Interno di fronte alla Giunta per le Autorizzazioni.
Com’è noto, il Capo del Governo e i due Ministri avevano fatto pervenire alla Giunta – l’organo del Senato chiamato ad esaminare la richiesta di autorizzazione a procedere per Salvini – un documento nel quale veniva rivendicata la responsabilità politica del Governo nella gestione del caso. Un modo per stemperare le tensioni sorte nell’Esecutivo gioalloverde dopo la richiesta da parte di Salvini agli alleati del Movimento Cinque Stelle di negare l’autorizzazione. Adesso la decisione sarà affidata ad una votazione online tra gli iscritti al M5s, chiamati a pronunciarsi sul caso sulla piattaforma “Rosseau”.
Ma nel frattempo la Giunta per le Autorizzazioni ha trasmesso l’autodenuncia di Conte, Di Maio e Toninelli alla Procura di Catania. E i Magistrati etnei hanno aperto un fascicolo, che secondo alcuni potrebbe portare all’iscrizione sul registro degli indagati dello stesso Capo del Governo e dei due Ministri. L’iscrizione, spiegano comunque ambienti giudiziari, sarebbe soltanto un atto dovuto e la Procura guidata da Carmelo Zuccaro è la stessa che aveva chiesto l’archiviazione per il Ministro dell’Interno. Era stato il Tribunale dei Ministri di Catania, invece, a chiedere l’autorizzazione a Palazzo Madama.
Una vicenda che si complica sempre più, insomma, quella della “Diciotti”. In attesa della votazione degli iscritti, che dovrebbe arrivare tra domenica e lunedì per poter essere comunicata da Di Maio già lunedì sera, da esponenti del Governo arrivano voci rassicuranti su tutta la vicenda. “Non temiamo il voto online del M5s sul caso ‘Diciotti’ e la piattaforma Rousseau non mette a rischio il Governo che è stabile e sta lavorando bene – ha detto il Ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio, citato dall’ANSA – Sono cose assolutamente diverse e aspettiamo il voto in Parlamento. I Ministri di questo governo, M5S compresi, dicono che non c’è stato un interesse personale da parte del Ministro dell’Interno, ma una decisione collegiale, allora dovrebbero votare sì per anche per Centinaio, Conte, Di Maio”.
Ad intervenire sulla vicenda anche Manlio Di Stefano, Sottosegretario agli Affari Esteri, che si schiera per il no all’autorizzazione: “Credo che l’autorizzazione a procedere contro Salvini non vada concessa perche parliamo di un Consiglio dei Ministri che ha agito collegialmente. Credo anche che non saremmo dovuti arrivare a questo – ha aggiunto Di Stefano – voteremo sì all’autorizzazione se il responso delle consultazioni online andasse in questo senso”.
Immagine di repertorio tratta dal sito del Governo