CATANIA – E’ la Vecchia Dogana il luogo da cui cercano di ripartire i dem catanesi. Nicola Zingaretti, in corsa alle Primarie del Partito democratico del 3 marzo, deve concedere qualche selfie e numerose strette di mano prima di prendere posto sul palco per la convention di presentazione della sua candidatura a Segretario. In sala quasi tutti i big del PD etneo, usciti più o meno ammaccati dagli ultimi appuntamenti elettorali.
C’è l’ex sindaco di Catania Enzo Bianco, che siede in prima fila accanto al suo ex assessore Orazio Licandro, ci sono Angelo Villari e Concetta Raia, ci sono Anthony Barbagallo e Michela Giuffrida – i cui cartelli affollano già la città in vista delle Europee di maggio – ci sono Luigi Bosco e Giuseppe Caudo del fu Megafono, ci sono i rappresentanti delle associazioni sindacali e datoriali. E ancora alcuni sindaci dell’hinterland catanese, tra cui quello di Misterbianco Nino Di Guardo che fa soltanto capolino e poi va via. Del resto, l’area renziana del duo Sammartino-Sudano sta dall’altra parte della barricata per queste primarie.
Il Governatore del Lazio va all’attacco, nel giorno del risultato delle Regionali in Abruzzo che consacra la Lega primo partito ma vede sprofondare i Cinque Stelle. Una débâcle che fa sembrare quasi una vittoria il secondo posto del candidato dem: “Giovanni Legnini in pochi mesi ha cercato di costruire una proposta – dice Zingaretti – non ce l’abbiamo fatta perché ha vinto la Lega, ma c’è un modello di alternanza possibile che vede il centrodestra contro un nuovo centrosinistra. Io lotto perchè il PD che nascerà dopo il 3 marzo faccia esattamente questo”.
“Serve un nuovo centrosinistra – ribadisce il candidato segretario – basta con l’isolamento, basta con l’atteggiamento borioso sulle alleanze, molto più radicamento sociale e una nuova agenda fatta di un parola sola: lavoro. Bisogna fare di tutto, in questo Paese, per crearne di nuovo. Perché la propaganda di Salvini e Di Maio nasconde la tragedia del crollo dell’occupazione, della produzione industriale, del prodotto interno lordo. Per nascondere tutto questo ogni giorno se ne inventano una. Ma così non si fanno gli interessi degli italiani”.
“Vogliono nascondere che questo Paese, da quando ci sono loro, ha perso fiducia in se stesso – prosegue Zingaretti – bisogna prendere atto che una crescita dello 0,2% per le famiglie italiane è una tragedia che vorrà dire una stagione di tagli. Ogni giorno attaccano qualcuno per cambiare discorso e nascondersi dalle loro responsabilità. Salvini ancora tiene, il voto abbruzese ci dice che Di Maio è complice e vittima di un momento drammatico della politica italiana”.
“Alcuni hanno chiesto il voto per gli italiani e li stanno massacrando, altri hanno chiesto voti per i cittadini e stanno tradendo quella fiducia – attacca ancora – questo basta per cambiare? No. Dobbiamo cambiare noi, nel PD c’è un problema di fiducia che dobbiamo ricostruire, insieme alla credibilità nei nostri confronti. Per questo dobbiamo cambiare, perché il problema non è solo la nostra incapacità ma anche la nostra credibilità”.
Il Governatore del Lazio si concede una battuta sul Commissario Montalbano, interpretato da anni dal fratello Luca, che stasera torna in tv con nuovi episodi: “Per un caso della vita stasera sarò proprio a Siracusa – scherza – Camilleri è un genio della cultura italiana, ha anticipato molte cose del costume, del modo di essere, del rapporto con lo Stato. La sua forza intellettuale è capire nel profondo le sfumature della cultura del Paese e narrarle in storie meravigliose”.