Si è conclusa ieri la visita dei venticinque cooperatori siciliani in Emilia Romagna, per approfondire nuovi modelli operativi nel settore sociosanitario osservando le realtà del territorio. La delegazione siciliana, guidata dal direttore della Sede territoriale di Catania di Confcooperative Sicilia Luciano Ventura, ha fatto tappa ieri a Modena e Reggio Emilia, visitando esperienze cooperative importanti e confrontandosi con gli operatori del luogo. Un’occasione di crescita e confronto da riportare in Sicilia.
Soddisfatti i membri della delegazione, che per due giorni si sono immersi nella realtà emiliana riscontrandone pregi e peculiarità. “A Modena abbiamo incontrato la Cooperativa ‘Domus Assistenza’, che è una realtà molto importante, con circa 45 milioni di euro di fatturato – dice ai microfoni di Hashtag Sicilia Claudio Guzzetta, della Cooperativa Sociale “Medeat” – Loro hanno messo in campo ricerche particolari, ad esempio sulla territorializzazione: servizi alla persona erogati solo ed esclusivamente nel modenese, una cosa impensabile da noi. Abbiamo visitato la realtà cooperativistica, dalla quale emerge questa forte connessione con il territorio. C’è anche un forte rapporto tra il pubblico e il modo delle cooperative, il 98% del loro fatturato viene da questo rapporto. E il 58% di questo fatturato è nell’area degli anziani”.
“L’esperienza di Reggio Emilia, invece, è di un intervento del mondo della cooperazione in un progetto di rigenerazione urbana – racconta ancora il Presidente della Cooperativa “Medeat” – Sono partiti dalla volontà dell’ente comunale di mettere a bando due aree militari, sette cooperative si sono unite nel consorzio ‘Oscar Romero’ ed hanno riqualificato l’area, mettendo all’interno delle attività in stretto rapporto con il territorio. Parliamo di investimenti privati per cinque milioni di euro, riserve loro investite sul territorio. Tutto ciò ci fa riflettere sul grande ruolo che la cooperazione potrebbe avere ancora oggi in Sicilia”.
“In una società che invecchia – conclude Guzzetta – e in un contesto di spopolamento con tanti ragazzi che vanno via, il mondo della cooperazione potrebbe fornire i servizi minimi per aiutare chi è più in difficoltà, e potrebbe contenere una vera e propria esplosione sociale, con grosse discriminazioni tra le risorse attribuite tra nord e sud. Di fronte ad egoismi che crescono, il ruolo della cooperazione potrebbe essere fondamentale per la coesione sociale”.
Soddisfatto anche il Presidente della Federazione Sanità Sicilia Tino Cundari, tra in componenti della delegazione: “Si tratta di un modello di sviluppo dell’economia del futuro – spiega a proposito della realtà emiliana – per le risorse messe a disposizione e per la risposta concreta ai bisogni del territorio. Una sorta di ideale connubio tra libro dei sogni e atlante dei bisogni. Le realtà che abbiamo visitato ha delle peculiarità e delle caratteristiche proprie di una società che si affianca al bisogno in maniera molto incisiva. Noi siciliani possiamo apprendere che bisogna creare squadra, fare gruppo, confrontarsi”.
“I cooperatori dell’Emilia Romagna hanno entrate molto superiori rispetto a quelle che possiamo intercettare noi in Sicilia – prosegue il Presidente della Federazione Sanità – perché le risorse a disposizione sono molto maggiori e la percezione del bisogno è molto più realistica. Hanno attuato in maniera pratica e concreta il Piano Regolatore Sociale, che è la sottile soluzione che dovrebbe pervadere tutto il sistema sociosanitario. Tutto passa attraverso una mappatura del bisogno, e loro sono stati efficaci e puntuali nell’assolvere questo compito”.
“Sicuramente dovremo fare un’analisi per capire quanto risulti applicabile un sistema sperimentato da anni in un territorio che però ha caratteristiche del tutto diverse – conclude Cundari – Ma sopratutto dovremo recuperare un livello di coesione che ci permetta di formulare piani condivisi. Forse un intervento più coordinato e meno frammentario ci aiuterà ad affrontare il futuro con più risorse”.