Acireale, rubavano i soldi dei ticket: danno per oltre 540 mila euro all'Asp di Catania

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ACIREALE (CT) – Hanno sottratto alle casse dell’Asp di Catania circa 540 mila euro, soldi levati al ticket versato dai cittadini. Per questo motivo due dipendenti dell’ospedale di Acireale sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.

Le indagini sono state avviate nell’aprile 2018 a seguito di un esposto, presentato dalla Direzione dell’A.S.P. di Catania alla Procura Distrettuale che, non disgiunte da acquisizioni documentali, hanno evidenziato le condotte illecite di 2 dipendenti dell’A.S.P. di Catania, i quali, nell’espletamento delle loro mansioni di addetti alla riscossione dei ticket presso il Presidio Ospedaliero di Acireale, a decorrere dal mese di gennaio del 2013 e in continuazione, fino al mese di febbraio del 2018, avendo per ragioni del loro servizio la disponibilità ed il possesso delle somme di denaro imputabili al pagamento delle prestazioni sanitarie, se ne appropriavano cagionando un ingente danno economico all’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania, quantificato in 303.263,86 euro per un dipendente e 235.371,47 euro per l’altro.

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In particolare, le indagini hanno permesso di delineare le modalità della condotta di appropriazione posta in essere dagli indagati, i quali, in maniera sistematica, hanno detratto una parte degli importi pagati dagli utenti come ticket nelle casse dell’A.S.P. di Catania, correlando le somme detratte a rimborsi fittizi in favore di altri utenti; in tal modo, i citati dipendenti assicuravano la corrispondenza tra l’incasso giornaliero – la cui reale consistenza veniva occultata poiché calcolato al netto dei rimborsi effettuati – e le somme effettivamente depositate nella cassaforte dei vari presidi ospedalieri in cui lavoravano.

Nei confronti dei due indagati, il G.I.P. ha disposto la misura della custodia cautelare degli arresti domiciliari, nonché il sequestro preventivo di conti correnti, somme di denaro e beni immobili o mobili registrati fino alla concorrenza dell’importo.

 

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