MINEO (CT) – «Ringrazio il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, e la squadra mobile per aver sgominato un’organizzazione mafiosa nigeriana che operava al Cara di Mineo, ennesimo episodio che conferma come il centro sia diventato negli anni un ricettacolo per criminali». Lo afferma il sindaco di Mineo, Giuseppe Mistretta, che continua: «il Cara non l’abbiamo chiesto, è dal 2011 che lo subiamo, gli episodi criminali e di illegalità registratisi negli anni confermano come le misure preventive previste dal patto per la sicurezza, siglato dal governo nazionale col territorio, siano state puntualmente disattese. Non possiamo più tollerare che l’immagine del nostro Comune sia continuamente associata a tali accadimenti e la nostra serenità sia perennemente messa a dura prova».
Il patto per la sicurezza risale al 2011, anno d’istituzione del Cara di Mineo, ed è tutt’ora vigente. Prevede che nella struttura non possano essere accolti più di duemila migranti, ma puntualmente ogni gara d’appalto, compresa l’ultima, i cui servizi sono iniziati lo scorso ottobre, viene bandita per un numero superiore di ospiti. Tra gli interventi prioritari vi sarebbero la prevenzione del traffico e dello spaccio di stupefacenti, della prostituzione, del lavoro nero, la sorveglianza h24 delle campagne e dei centri abitati, investimenti strutturali del governo per creare condizioni di sviluppo economico per il territorio e tanto altro.
«Il Comune finora ha sempre fatto la sua parte», evidenzia Mistretta, «anche intervenendo con un’ordinanza emergenziale a colmare le lacune, come nel caso della raccolta e smaltimento dei rifiuti del Cara, le cui palesi criticità del bando di gara hanno determinato l’impossibilità allo smaltimento a carico dell’attuale gestione (e sull’episodio ancora attendiamo una nota di risposta del dicastero). Di contro, apprendiamo solo dalla stampa notizie sull’imminente chiusura del centro. Stamane inoltrerò una formale richiesta di audizione urgente al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per capire tempi e modalità della chiusura, quali misure vorrà porre in essere il governo per garantire al Comune la possibilità di fronteggiare la crisi che inevitabilmente si riverserà presso i servizi sociali locali, per ottenere finalmente una risposta chiara e definitiva sulla questione dei rifiuti, per comprendere se intenda rispettare gli interventi compensativi previsti dal patto per la sicurezza. Già dal 2014 una petizione popolare e, più recentemente, il Consiglio comunale hanno richiesto una zona franca, una misura che riconosca i danni subiti dal territorio. Porrò questi ed altri interrogativi, ai quali certo la mia comunità merita una risposta chiara e netta, per aver subito in questi anni il peso di una struttura impostaci per ragion di Stato”.