Parlamentari a bordo della "Sea Watch": "Migranti ostaggio della prova di forza del Governo"

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SIRACUSA – Non si spegne la vicenda dei quarantasette migranti a bordo della nave Ong “Sea Watch”, ancorata al largo delle coste di Siracusa in attesa di un’indicazione sul “porto sicuro” ove fare sbarcare gli ospiti. Dopo il braccio di ferro dei giorni scorsi tra il Governo giallo-verde, deciso a impedire lo sbarco in un porto italiano, e sindaci e società civile schierati per l’accoglienza, oggi è stata una delegazione trasversale di deputati a salire a bordo dell’imbarcazione per verificare le condizioni dei migranti e chiedere al Governo di farli scendere.

A comporre la delegazione, che ha raggiunto la “Sea Watch” a bordo di un gommone, l’ex Ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo (Forza Italia), Nicola Fratoianni (Sinistra italiana) e Riccardo Magi (+Europa), insieme al sindaco di Siracusa Francesco Italia. Con loro, secondo quanto comunicato da Fratoianni, anche uno psicologo e un avvocato. “Insieme ai colleghi deputati al sindaco di Siracusa, ad attivisti di associazioni di volontariato e ad alcuni legali, siamo a bordo della nave Sea Watch, nonostante il divieto delle autorità che ieri ha impedito che potessimo esercitare le nostre prerogative costituzionali – ha scritto su Facebook il segretario nazionale di SI – Verificheremo la situazione a bordo e continuiamo a chiedere che i naufraghi e l’equipaggio siano fatti sbarcare in rispetto delle norme internazionali”.

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“Il ministro #Salvini ci ha accusato di non rispettare le leggi – ha detto il deputato di +Europa Riccardo Magi – Se crede davvero in quello che dice presenti una denuncia nei nostri confronti. Questo governo pensa di essere sopra la legge e questo è inaccettabile, dovrebbero capirlo tutti i cittadini. Siamo ancora a bordo e intendiamo svolgere le nostre funzioni di parlamentari. Il divieto è illegittimo, non c’è nessun atto che potevano fare per impedirci di salire”.

“I migranti ospiti di Sea Watch 3 stanno meglio di quando erano torturati in Libia – precisa Magi – ma vivono una sorta di protrarsi della prigionia che non capiscono. Sono 50 persone in una stanza piccola con un unico bagno. Si sentono in ostaggio e lo sono, ostaggio di una inutile prova di forza del governo al quale si appellano chiedendo umanità e rispetto dei diritti che dovrebbero essere alla base di una democrazia. Diritti – conclude Magi – che sono ancora più sentiti da chi proviene da stati non democratici”.

A ribadire la “linea dura” del Governo, con una delle consuete dirette Facebook, è stato il Ministro dell’Interno Matteo Salvini (per il quale nei giorni scorsi il Tribunale dei Ministri di Catania ha chiesto l’autorizzazione a procedere per sequestro di persona aggravato relativamente al caso “Diciotti”): “Parlamentari italiani (fra cui uno di Forza Italia!!!) non rispettano le leggi italiane e favoriscono l’immigrazione clandestina? Mi spiace per loro, buon viaggio!”, ha detto il vicepremier commentando la sortita degli onorevoli a bordo della “Sea Watch”. Poco prima Salvini era tornato ad accusare le Ong di comportamenti opachi: “Abbiamo elementi concreti per affermare che, mettendo a rischio la vita delle persone a bordo, il comandante e l’equipaggio della nave ONG “Sea Watch 3” abbiano disubbidito a precise indicazioni che giorni fa li invitavano a sbarcare nel porto più vicino (non in Italia!), prove che verranno messe a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Se così fosse, saremmo di fronte ad un crimine e ad una precisa volontà di usare questi immigrati per una battaglia politica, un fatto gravissimo. Ribadisco il mio impegno a difendere i confini – ha concluso il Ministro – la salute e la sicurezza del popolo italiano: non sarò mai complice degli scafisti e di chi li aiuta.

Foto di copertina: profilo Facebook di Riccardo Magi

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