Sea Watch: procura minori di Catania chiede di far sbarcare i minori

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SIRACUSA – La Procura per i minorenni di Catania chiede che “possano sbarcare” i minori non accompagnati presenti sulla Sea Watch” per essere collocati in apposite strutture”. Lo scrive la procuratrice Caterina Ajello in un documento inviato ai ministri dell’Interno e dei Trasporti, al presidente del Tribunale per i minorenni di Catania e alla Procura generale etnea. I minori non accompagnati sono 8 sui 13 presenti sulla Sea Watch.

Dal ministero replicano che in realtà si tratta di ragazzi di 17 anni e mezzo e conferma il no. La Commissione europea segue il caso: “la sicurezza delle persone a bordo è la prima preoccupazione”, spiega un portavoce.

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Sono esausti, disperati. Ora vedono terra, sono davanti a Siracusa e non capiscono perché devono restare a bordo senza poter scendere”. Questo il resoconto del medico di bordo sulla Sea Watch, l’imbarcazione della ong che da una settimana ha a bordo 47 migranti soccorsi al largo della Libia. “Hanno bisogno urgente di protezione – afferma -. Le condizioni a bordo sono molto complicate“.

Intanto con una lettera al Comandante generale della Guardia Costiera e, per conoscenza, al Dipartimento libertà civili e immigrazione del ministero dell’Interno l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano ha chiesto con urgenza informazioni ufficiali sul numero delle persone di minore età eventualmente a bordo della “Sea Watch 3“, che risulta ancorata nella baia antistante Siracusa. La nota richiama il principio che, per legge, “i minorenni non possono essere respinti e devono essere adeguatamente accolti”. Nella lettera l’Autorità garante precisa che quelle richieste sono informazioni fondamentali perché possano essere messe in atto tempestive ed efficaci misure di accoglienza come stabilito dall’ordinamento giuridico italiano e dagli obblighi internazionali”.

“Misure previste sia a favore dei minorenni che arrivano soli nel nostro Paese, per i quali l’art. 3 della legge 47/2017 stabilisce che: ‘In nessun caso può disporsi il respingimento alla frontiera di minori stranieri non accompagnati’; sia nei confronti dei ragazzi che arrivano accompagnati da un adulto, in quanto, in questi casi, occorre preliminarmente accertare la reale sussistenza di un rapporto di filiazione o di un legittimo affidamento”, conclude il Garante per l’Infanzia.

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