CATANIA – Trenta ragazzi, diverse età e forme di disabilità (ritardo mentale e motorio lieve, medio e grave), un comune denominatore: emozionarsi ed emozionare; divertirsi, esprimersi ed essere “visibili” per ciò che sanno fanno, non per quello che gli altri pensano non sappiano fare. Sono loro gli artisti della SoundColorDance, la Compagnia di danzaterapia e musicoterapia nata lo scorso anno all’interno del presidio “Pecorino Paternò”, una delle quattro strutture riabilitative della Fondazione ODA, guidata dal Commissario straordinario Adolfo Landi.
E ieri hanno dato, ancora una volta, prova delle proprie abilità, nel corso del debutto del nuovo spettacolo “In viaggio con Artè”. Forti del successo di “Io sono… Un’opera d’arte”, la rappresentazione che nel 2018 è andata in tour in numerose scuole catanesi e in diverse manifestazioni di beneficenza, i ragazzi dell’ODA hanno commosso il pubblico presente all’auditorium del Pdr “F.lli Pecorino Paternò”. Il messaggio di fondo è semplice, ma molto potente: essere abili significa non tanto avere perizia e tecnica quanto, piuttosto, andare oltre i propri limiti. Sapersi superare è un talento di per sé, anche se gli altri ti considerano diverso, e dà valore a ciò che siamo nelle nostre infinite sfumature. Lo spettacolo di arteterapia “In viaggio con Artè”, portato in scena ieri mattina, rappresenta il fortunato esito di un progetto ideato da Antonella Carpita (danzaterapeuta-coreografie), Lina Sacco (musicoterapeuta-musiche), Daniele Cacciato (educatore-testi), insieme a tutta l’équipe (Patrizia Occhipinti – psicologa; Ester Campisi – assistente sociale; Alessandro Gitto – educatore) con la supervisione della direzione medica (Giusi Romeo e Barbara Rotundi) e amministrativa (Salvo Caruso).
Il progetto prevede il ricorso a vari elementi funzionali alla riabilitazione, come lo sviluppo della percezione e della rappresentazione del proprio corpo attraverso il sistema cinestetico e propriocettivo, il ruolo del suono e del ritmo, l’inclusione, l’accettazione e la valorizzazione di sé e dell’altro. Una magica alchimia di elementi (suono, colore e movimento) distoglie lo spettatore dalla disabilità di chi sta sul palco, che diventa abile a trasferire emozioni. “In viaggio con Artè” è una metafora del viaggio, in tutte le sue declinazioni: la scoperta di sé e degli altri, dei propri limiti e delle proprie potenzialità; gli incontri che facciamo durante il percorso; le esperienze che viviamo e i luoghi che visitiamo. Il mezzo è l’arte, nelle forme della danza, della musica e della pittura. Nel caso dei diversamente abili, il viaggio è inteso anche come il percorso riabilitativo: un cammino lungo, e spesso tortuoso, fatto di fatica e, insieme, emozioni.