SIRACUSA – A poche ore dalla notizia della richiesta di giudizio per Matteo Salvini da parte del Tribunale dei Ministri di Catania per la vicenda della nave “Diciotti”, un nuovo caso scuote il dibattito pubblico in tema di immigrazione. A rimbalzare sui giornali e elle dichiarazioni della politica è la situazione della nave “Sea Watch”, attualmente al largo del porto di Siracusa con a bordo 47 migranti recuperati lo scorso 19 gennaio al largo delle coste libiche. Da giorni l’imbarcazione chiede di conoscere il “porto sicuro” in cui sbarcare i propri ospiti, tra il secco rifiuto del Governo italiano e la disponibilità annunciata da parte di alcuni sindaci ad autorizzare lo sbarco.
🔴 A #SeaWatch, per riparare dalle condizioni meteo in ulteriore peggioramento, è stato assegnato un posto di fonda a 1,4 miglia dal porto di Augusta, Marina di Melilli- Siracusa.
UN “POSTO DI FONDA” ASSEGNATO INVECE DI UN POS. pic.twitter.com/EcWpSTFVH9
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) 25 gennaio 2019
La nave della Ong tedesca, battente bandiera olandese, ha dovuto fare i conti anche con le avverse condizioni metereologiche. Soltanto per queste, nelle scorse ore, è stato concesso di entrare nelle acque territoriali italiane e di gettare l’ancora in un “posto di fonda” a 1,4 miglia nautiche dalle coste siciliane. Ci sarebbe anche la disponibilità del sindaco di Siracusa Francesco Italia per aprire il porto della città all’imbarcazione, mentre una proposta simile arriva anche dal sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Molto diversa la posizione del Governo. Ad opporre un secco “no” allo sbarco in Italia dei profughi della “Sea Watch” è il vicepremier Salvini, ma anche l’omologo Luigi Di Maio, che già nei giorni scorsi aveva invitato la nave a dirigersi a Marsiglia.
“La nave Ong Sea Watch 3 avrà dal governo italiano supporto medico e sanitario qualora ne avesse necessità – ha ribadito oggi il Ministro dello Sviluppo Economico – ma la invito ancora a puntare la prua verso Marsiglia. Questa nave, come vedete in foto, batte bandiera olandese e si trova ora a pochi chilometri dalle coste italiane. Per questo ritengo opportuno convocare immediatamente l’ambasciatore olandese e chiedergli che intenzioni abbia il suo governo. Chiederanno, assieme a noi, alla Sea Watch 3 di andare a Marsiglia o li faranno sbarcare a Rotterdam? – si chiede il vicepremier – Noi siamo disposti alla massima collaborazione, ma la nostra linea sulle Ong non cambia”.
Foto: immagine della costa siciliana pubblicata su Twitter dalla “Sea Watch”