CATANIA – Mentre a Roma si terrà un importante appuntamento al Mise proprio sul tema dei co.co.co nei call center, i lavoratori a progetto di Almaviva Catania che si occupano dell’outbound, organizzeranno una presidio di protesta di fronte la prefettura del capoluogo etneo, giovedì 17 gennaio alle ore ore 10.
La manifestazione è organizzata da CGIL-SLC FISTEL-CISL UILCOM-UIL e UGL e per quanto sia locale, assume una valenza nazionale perché è proprio Catania la città con il numero più alto di lavoratori che devono fare i conti con una situazione insostenibile che conduce, in alcuni casi e su alcune commesse, a compensi non solo al di sotto della soglia di povertà, ma addirittura della dignità: meno di 200 euro dopo un mese di lavoro, seppure part time a 4 ore.
“I contratti di collaborazione degli operatori outbound dei call center non sono semplicemente dei contratti precari ma sono tra i più precari in assoluto”, spiegano lavoratori e sindacati.
Nei call center chi riceve le chiamate (inbound) ha un contratto da lavoratore subordinato a tempo determinato o indeterminato e il lavoro é regolamento dal CCNL nazionale delle Telecomunicazioni, chi effettua le chiamate (outbound) ha un particolare contratto parasubordinato da co.co.co. Collaborazione coordinata e continuata che é regolamentato da un Accordo collettivo nazionale (ACN). Nel tempo questo Co.co.co permessi dalla legge, si sono però trasformati in un lavoro a cottimo. Nel tempo, infatti, il fisso garantito che corrisponde all’80% di quanto percepito dai dipendenti, è stato eluso grazie ad una precisa strategia di conteggio dell’effettivo orario di lavoro. A seguito di questi comportamenti aziendali, l’ACN è stato ulteriormente modificato a tutela dei lavoratori, ma “ciò nonostante – spiegano i rappresentanti sindacali- ad oggi Almaviva non ha mutato la sua posizione introducendo astrusi meccanismi di calcolato che di fatto non hanno portato alcun cambiamento sulla determinazione del compenso minimo garantito”.
Inoltre, a causa di questa situazione che vanifica il fisso orario minimo garantito, i committenti hanno iniziato ad assegnare delle liste sempre meno profilate portando pertanto ad una netta diminuzione dei compensi variabili.