CATANIA – Asservimento a interessi privati da parte di funzionari pubblici di Riscossione Sicilia. Non usa mezzi termini il Procuratore di Catania Carmelo Zuccaro per presentare i risultati dell’operazione “Gancio”, messa a segno nelle scorse ore dai Finanziari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania.
A finire in manette l’avvocato Sergio Rizzo, classe 1944, pensionato e già dirigente della Serit, Settimo Daniele Rizzo, classe 1975, figlio di Sergio, avvocato civilista e titolare di uno studio in via Aldebaran, e Claudio Bizzini, classe 1953, già dipendente di Riscossione. Sospensione dall’esercizio di pubblico ufficio per Rosario Malizia, classe 1965, impiegato alla sede di Messina di Riscossione, Giovanni Musumeci, classe 1957, e Matilde Giordanella, classe 1962, entrambi impiegati presso la sede di Catania. Secondo gli inquirenti gli ex dipendenti avrebbero approfittato dei legami con gli attuali addetti – utilizzati per l’appunto come “ganci” – per ottenere utilità e privilegi.
In particolare Rizzo senior, che benché pensionato avrebbe esercitato abusivamente l’attività di consulente presso lo studio del figlio, avrebbe beneficiato dell’asservimento di Rosario Malizia – addetto al “settore contabilità versamenti e rendicontazione” a Messina – e di Giovanni Musumeci – responsabile delle “procedure cautelari ed esecutive” a Catania – per ottenere informazioni sulle cartelle e le posizioni fiscali di alcuni contribuenti. Un canale preferenziale utilizzato per curare gli interessi della clientela dello studio tributario del figlio Settimo Daniele, a svantaggio degli altri avvocati e degli utenti costretti ad aspettare per lungo tempo.
Allo stesso modo Bizzini, seguendo le direttive di Rizzo, si sarebbe avvalso di Matilde Giordanella – addetta al “settore notifiche” presso la sede di Catania – per avere un canale informativo illecito ed accedere così ad estratti ruolo e relate di notifica. “Per ognuna di queste informazioni ai funzionari infedeli veniva pagata una somma di denaro – ha detto il Procuratore Zuccaro – ma anche altri vantaggi come l’acquisto di climatizzatori e televisioni da parte di Rizzo senior, destinati ad un B&B aperto da un familiare di Malizia, e l’ottenimento di un tirocinio per la figlia di Musumeci presso un centro di fisioterapia, con orario diminuito rispetto al normale”.
Secondo gli inquirenti presso l’abitazione di Rizzo, formalmente pensionato, si trovano uffici perfettamente attrezzati per disbrigo pratiche, con pc e schedario. “Siamo nel periodo della rottamazione, gennaio aprile 2017, quando i contribuenti potevano chiudere i debiti senza pagare interessi e sanzioni – ha precisato il Comandante della Guardia di Finanza Nicola Quintavalle Cecere – per regolare la propria situazione il contribuente doveva conoscere il ruolo. Lo studio Rizzo poteva accedere a queste informazioni in maniere privilegiata a danno dei concorrenti, grazie a degli ex dirigenti. Gli accessi venivano pagati 50/70 euro a visura, con danno per i contribuenti in ritardo che rischiavano di non avere evasa la richiesta nei tempi previsti”.
“L’indagine inizia grazie a denunce della precedente amministrazione di Riscossione Sicilia, che aveva sottoposto alla Procura criticità – precisa il sostituto procuratore Fabio Regolo – e di attività investigativa da parte della GdF che ha permesso di scoperchiare il sistema”.