CATANIA – Ci sarebbero le denunce dell’ex Amministratore unico di Riscossione Sicilia Antonio Fiumefreddo alla base dell’operazione “Gancio” della Procura di Catania, che nelle scorse ore ha portato alla luce un articolato sistema corruttivo intorno alla partecipata regionale per il recupero crediti. Denunce che ad un anno di distanza avrebbero portato a tre arresti e ad altrettante sospensioni di funzionari infedeli, accusati di aver messo in piedi “un consolidato circuito clientelare” per acquisire, attraverso canali preferenziali, informazioni utili alla cura di interessi privati.
“Ringrazio la magistratura catanese e la Guardia di Finanza che con le loro indagini hanno riscontrato una delle denunce che presentai quando amministravo la società – dice Fiumefreddo ai microfoni di Hashtag Sicilia – avevo denunziato la presenza di un gruppo di potere parallelo rispetto a quello istituzionale, composto da dipendenti infedeli, da ex dirigenti e professionisti che mi hanno ostacolato in modo violento fino a riuscire a farmi cacciare”.
“E’ importante che questa operazione sia andata a segno – prosegue l’ex Amministratore – anche nei confronti di quanti all’interno di Riscossione, a Catania come in altre sedi delicate, continuino a ritenere che si possa agire impunemente e basti avere un padrino politico per restare impuniti. E’ un segnale importante per i dipendenti onesti, che sono la stragrande maggioranza e per primi hanno subito questi comitati d’affari che condizionano la vita di una partecipata importante e violano la coscienza e la buona pratica di quei cittadini che le tasse le pagano e non si rivolgono a certi comitati per avere uno sconto”.
Secondo Fiumefreddo starà anche ai vertici attuali prendere le misure affinché episodi simili questi non accadano più e si continuI a fare pulizia. “Mi piacerebbe chiedere al nuovo direttore generale perché non si pignorano più le indennità dei parlamentari – chiosa l’ex Amministratore – Perché è complicato farlo? Perché si teme la reazione, come quella che ci fu nei miei confronti? E’ grave che queste iniziative si siano fermate, perché nei confronti della povera gente che ha difficoltà a pagare le tasse si continua a farlo”.
Nel corso di una conferenza stampa la Procura ha smentito che all’origine del provvedimento ci siano le denunce dell’avvocato catanese, che non riguarderebbero l’indagine “Gancio”.