CATANIA – “Mille euro al mese alle mamme che decidono di dedicarsi in via esclusiva alla crescita dei figli e alla cura familiare”. Il presidente del Popolo della Famiglia Mario Adinolfi sceglie Catania come prima tappa del mini tour siciliano per la presentazione della proposta di legge di iniziativa popolare sul reddito di maternità.
Cinquantamila firme da raccogliere entro maggio del prossimo anno per portare in Parlamento la proposta che permetterebbe alle mamme di seguire la crescita del bambino fino agli otto anni, beneficiando di un reddito “prorogato nel caso della nascita di un secondo figlio, e vitalizio alla nascita del quarto o di un figlio disabile”. Un progetto ambizioso che Adinolfi – accompagnato dal Coordinatore nazionale del Popolo della Famiglia Nicola Di Matteo, e introdotto dal presidente del circolo di Catania Nicola Asero – ritiene a portata di mano, avendo annunciato su Facebook il raggiungimento delle prime diecimila firme.
“Sto facendo un rapido tour siciliano per diffondere l’iniziativa – dice Adinolfi – si tratta di una proposta rivoluzionaria che mette al centro le donne e la loro libertà di scegliere se crescere i figli o lavorare, senza che quello in casa sia considerato un lavoro di serie b. Perché è un lavoro faticoso, che va riconosciuto ed è decisivo in una società come la nostra, la cui principale emergenza si chiama denatalità”. I costi? “Un miliardo di euro il primo anno, tre miliardi l’anno a regime – spiega il presidente del PdF – Reddito di cittadinanza e quota cento, misure proposte da Lega e Cinque Stelle in vista del voto per le Europee, ne costano trentacinque ma non sono altro che sterile assistenzialismo. L’unico modo di far ripartire l’Italia è investire sulla crescita demografica, con misure come la nostra”.
E a proposito del Governo gialloverde, da alcuni ritenuto vicino ai valori cattolici e conservatori, il leader del Popolo della Famiglia non le manda a dire spingendosi a definire “anticristiana” la manovra finanziaria: “Il testo non prevede nulla per la natalità, nulla per la famiglia, colpisce la Chiesa sull’IRES e ha tutte le caratteristiche per non soddisfare chi coltiva anche un elemento di Fede”. Ad incarnare i valori della buona politica e del popolarismo italiano, rivendica Adinolfi, è soltanto il PdF. Che proprio in Sicilia ha raccolto un risultato significativo alle Politiche: “Saranno le influenze che arrivano da Caltagirone, da Don Sturzo, ma qui abbiamo preso più che nel resto d’Italia – spiega – siamo gli eredi del popolarismo sturziano e degasperiano, vogliamo introdurre ragionevolezza nella politica, vogliamo approfondire, dare soluzioni complesse ma che possano costruire l’alternativa per un Governo finalmente pacificatore del Paese”.