Natale è alle porte ed anche quello di quest’anno sarà un festeggiare amaro per le decine di imprese fornitrici del cantiere dell’autostrada Siracusa-Gela relativamente ai lotti che dovrebbero collegare Rosolini a Modica. Un’opera necessaria per l’economia del Sud Est siciliano ferma al palo da anni con il concreto rischio di diventare un boomerang per lo stesso territorio.
Com’è noto il cantiere è fermo da due anni dopo la crisi dell’impresa aggiudicataria, la consortile Cosige, nata dalla connessione tra Condotte e Cosedil. Una condizione aggravata dal sostanziale fallimento della ditta capofila cui è seguita una intensa azione di mediazione che, oggi, sta portando la Cosedil a guidare le opere di completamento.
Si tratta indubbiamente di una buona notizia per il territorio che però si scontra con una gravissima situazione a danno di chi, sostanzialmente, ha fatto sì che l’opera giungesse allo stato attuale. Oltre 30 micro e piccole imprese fornitrici che attendono da oltre due anni crediti per oltre 15milioni di euro. Una cifra spropositata che pesa interamente sulle spalle di uomini e donne che non possono più sostenere il peso di questa condizione.
I titolari delle imprese sono allo stremo e si apprestano a vivere un Natale con il rischio sempre più concreto di dover portare i libri aziendali in tribunale con le banche alle costole per il rientro degli indebitamenti. È evidente l’assurdità di voler riavviare un cantiere (fatto necessario per carità) senza aver soddisfatto le spettanze delle imprese che stanno per “fallire di crediti”. Non è sostenibile immaginare un “tentativo di aiutare per quel che si può”, alle imprese vanno pagate per intero le spettanze per mezzo del Cas utilizzando le riserve ed evitando una mortificante contrattazione che darebbe il colpo di grazia ai 30 operatori.
“Siamo pronti a tutto – affermano i presidenti di Cna Ragusa e Siracusa Giuseppe Santocono e Innocenzo Russo – per difendere i diritti delle imprese. Abbiamo già chiesto l’intervento del Prefetto e auspichiamo un coinvolgimento delle deputazioni parlamentari investendo altresì il governo regionale e lo stesso Ministro dello Sviluppo Economico. Non è possibile riavviare un cantiere senza saldare chi ha lavorato per anni anticipando milioni di euro senza averne le forze, ricordiamoci che parliamo di micro e piccole imprese, imprenditori che lavorano ogni giorno per reggere il peso del mercato e che sono già sull’orlo del baratro. Non vogliamo immaginare una ripresa dei lavori senza che le imprese siano state saldate, uno scenario che ci indurrebbe ad una protesta eclatante”.