PALERMO – Grande successo di pubblico. Centinaia i visitatori per “Il cielo dentro”, la personale di Salvatore Bonajuto, che ha aperto i battenti lo scorso 16 dicembre e che sarà in programma all’Orto botanico di Palermo fino al prossimo 28 dicembre.
Numerosissimi gli ospiti provenienti da Catania e dal capoluogo, tra cui molti rappresentanti delle grandi famiglie aristocratiche che hanno fatto grande la “capitale” di Sicilia, tra cui la presidente del Garden club di Palermo, Virginia Martinez Tagliavia, oltre a importanti personalità, come il grande scenografo Francesco Zito, al momento in scena con la Bohème, il maestro e stilista Giuseppe Patanè e Nathalie Hambro, designer e artista francese di fama internazionale che ha eletto Palermo come sua dimora.
Un vero e proprio riconoscimento al valore umano e artistico per l’istrionico Bonajuto, che nei suoi dipinti rievoca una Palermo onirica, accolto dal prof Paolo Inglese, direttore del centro servizi del Sistema Museale d’Ateneo a Palermo, dal curatore dell’Orto Botanico, Manlio Speciale e dalla scrittrice americana Mary Taylor Simeti, autrice dei testi di un volume in mostra sempre all’Orto botanico.
Una grande manifestazione di affetto per un artista che nelle proprie opere mette passione e amore, ricerca e tormento, dando vita a un insieme di visioni suggestive, dall’immediato impatto.
“L’arte per Bonajuto è anche il mezzo per esprimere se stesso e i moti interiori della sua anima – spiega Marina Cafà, curatrice della mostra. L’occasione di un periodo trascorso a Palermo lo porta a rimanere stordito dall’atmosfera di questa straordinaria città, crogiolo di stili e culture. E in quel momento di ricerca di armonia, è nata la collezione dal titolo “Il cielo dentro”. Un titolo molto evocativo – prosegue l’esperta d’arte – che rivela il desiderio di dialogare con il cielo e di entrare in contatto con quella dimensione di infinito a cui volgiamo lo sguardo quando cerchiamo pace o risposte alla nostra vita. A questo proposito, è molto interessante il fatto che queste opere siano esposte in questo luogo, che Goethe nel 1787 definì “il luogo più stupendo del mondo”.
La mostra è omaggio, dunque, all’intera Sicilia, alla luce che ne disegna le forme e che nel capoluogo assume aspetti onirici che l’artista coglie ed evidenzia Le Cupole normanne che svettano nel cielo azzurro, scorcio unico s’è visto dallo Spasimo, o dai tendoni di Ballarò. Bonajuto utilizza la spatola come uno scalpello, donando forma e tridimensionalità alle sue opere che riescono così a prendere corpo.
“La mia ricerca di bellezza parte da lontano – afferma l’artista catanese – ed è frutto di una vita passata in giardino a contemplare paesaggi naturali o composizioni artificiali verdi. Gli scorci urbani di Palermo – aggiunge – sono un racconto di bellezza dove il cielo è protagonista, entrando nelle architetture e rimbalzando sul giallo del tufo”.
Un messaggio di armonia, un sogno ad occhi aperti, nell’opera del Mecenate catanese, che nei 21 quadri in esposizione realizza un vero e proprio manifesto di bellezza.