La Procura della Repubblica di Catania ha condotto indagini, delegate ai Carabinieri della Stazione di Nicolosi, a conclusione delle quali il Tribunale di Catania – Sezione Giudice per le Indagini Preliminari ha emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un uomo di anni 66.
In data 20.11.2018 si presentava presso la Stazione Carabinieri di Nicolosi, la moglie dell’odierno arrestato, la quale riferiva che nel rientrare presso la propria abitazione ubicata in quel comune, appurava che la casa era stata completamente distrutta da un incendio, avanzando forti sospetti che ad appiccare il fuoco fosse stato il marito, ex funzionario dell’Ispettorato di Lavoro di Catania attualmente in pensione. La donna, a seguito di un violento litigio avvenuto Venerdì 16 Novembre era stata cacciata dalla casa coniugale, ubicata a Tremestieri Etneo, e per tale ragione si era trasferita a Nicolosi; paventando inoltre forti timori che il marito potesse minacciare anche alla sua incolumità fisica.
A seguito dell’incendio giungevano sui luoghi i Vigili del Fuoco di Catania, informati dalla stessa vittima, i quali non hanno potuto far altro che constatare l’incendio del villino, completamente distrutto: nel corso del sopralluogo, inoltre, rinvenivano all’interno dell’immobile delle bombole di gas, di cui una con valvola aperta.
Sulla base dei fatti riscontrati, si procedeva a raccogliere dettagliatamente la denuncia della vittima, visibilmente scossa per l’incendio della villa acquistata anni addietro in comunione di beni. La donna esprimeva altresì un malessere interiore causato dai reiterati maltrattamenti fisici e psicologici subiti nel corso degli anni di convivenza col marito (circa quaranta anni di matrimonio). La vittima, e successivamente le due figlie, riferivano che l’uomo era ingiustificatamente ossessionato dalla gelosia e dal fatto che la donna potesse intrattenere una presunta relazione extraconiugale.
Infatti la parte offesa narrava che nel tempo i rapporti con il marito si erano notevolmente incrinati, poiché sempre più perseguitato dall’idea che si fosse allontanata dagli affetti coniugali, in quanto convinto che intrattenesse una relazione extraconiugale, adoperandosi così in ogni modo a ricercare tracce dell’infedeltà coniugale: sottraendole i cellulari allo scopo di carpire dati o messaggi inviati dal suo presunto amante; ed era più volte giunto ad apostrofarla con frasi gravemente ingiuriose.
I reati contestati sono: maltrattamenti contro familiari o conviventi, incendio, crollo di costruzioni o altri disastri dolosi. L’uomo è stato condotto presso la casa circondariale di Catania “Piazza Lanza”.