TREMESTIERI ETNEO (CT) – E’ stata una giornata di follia ieri a Tremestieri Etneo, dove due autisti soccorritori della Seus 118 sono stati malmenati da un paziente esagitato.
“Rischiare di finire in ospedale per soccorrere gli altri senza alcuna indennità: è quello che accade abitualmente agli operatori sanitari che, sulla strada, si trovano nelle situazioni più disparate” – afferma Calogero Coniglio Segretario Regionale della Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei.
“I due autisti soccorritori, A.S. e T.C., nostri associati, sono solo gli ultimi operatori in ordine di tempo che hanno dovuto patire le conseguenze di un comportamento esagitato – dichiara Renzo Spada Coordinatore Regionale della Fsi-Usae Seus 118 – quello di un paziente, segnalato ieri mattina per un intervento presso un’abitazione privata, un traumatico codice verde, nello specifico era stato riferito che si trattava di un uomo con un forte dolore ad un gomito, causato da una caduta ma in realtà era in stato di ebbrezza. Giunti sul posto i due soccorritori hanno trovato ad attenderli la madre dell’infortunato, così la stessa si è qualificata, riferendo che il figlio aveva un forte dolore al gomito e che secondo lei, lo stesso aveva esagerato nel “bere” e forse per questo un po’ nervoso”.
“Arrivati in casa, i soccorritori hanno notato subito che la stanza si presentava con il mobilio rotto, la porta rotta e tutto era a soqquadro, l’utente appena visti i soccorritori, ha domandato in modo irruente, come mai si trovassero lì – continua Spada -; i due hanno risposto con tono rassicurante presentandosi come autisti soccorritori del 118, chiamati dalla madre, perché lui si era infortunato e ed aveva pertanto bisogno di aiuto. A tali affermazioni, lo stesso ha aggredito verbalmente la madre, mostrando atteggiamenti fisici ed emotivi di una persona in agitazione psicomotoria. Per quanto riferito, il soccorritore A.S., si è premurato a sedare un po’ gli animi, sottolineando che qualora non avesse voluto aiuto, sarebbero andati via”
“Nel mentre, lo stesso A.S. faceva cenno alla collega T.C. di allontanarsi e chiamare la centrale per chiedere il supporto dei Carabinieri, dato che la situazione sembrava degenerare in modo repentino e pericoloso – afferma Spada – difatti così è stato: l’utente appena vista la collega con il cellulare di servizio all’orecchio, con un balzo fulmineo le è arrivato addosso, colpendola con dei violenti pugni e calci, buttandola a terra, il collega A.S. è intervenuto per contenere ed allontanare l’utente dalla collega ormai a terra e inerme all’aggressione ricevuta. Nell’azione di contenimento l’utente, non si placava, continuando sullo stesso l’aggressione, strattonandolo e buttandolo a terra, continuando a dargli pugni e colpendolo con un corpo contundente in volto, procurandogli una lesione allo zigomo. Nella colluttazione riuscendo a divincolarsi, si sono rifugiati e chiusi nell’ambulanza, cercando aiuto e contattando la Centrale Operativa di Catania che sentiva le urla dell’utente che li continuava a minacciare colpendo violentemente l’ambulanza, perché impossibilitati ad abbandonare il posto in quanto il mezzo era stato bloccato dalle macchine parcheggiate del condominio. Tutto ciò ha avuto, in parte, fine solo dopo l’arrivo della Polizia Municipale anziché dei Carabinieri, con una lunghissima attesa di circa un’ora, tempo in cui sarebbe potuta accadere una tragedia. Lasciando il luogo i due soccorritori si sono recati al Pronto Soccorso dell’Ospedale Cannizzaro per le dovute cure” – dichiara Spada.
“Andando a ritroso, si troverebbero parecchi episodi di ambulanze sfasciate o di autisti soccorritori della Seus, infermieri e medici presi a pugni in strada o nei vari pronto soccorso. In ambulanza, queste tre figure, sono operatori sanitari insostituibili, in prima linea nell’assistenza, dove ogni intervento potrebbe nascondere insidie peggiori per la propria incolumità fisica. Ormai quella delle aggressioni in autoambulanza sta diventando una vera e propria emergenza in Sicilia. La solidarietà alle vittime dell’aggressione da parte di tutta la segreteria regionale è sincera, ma non basta. Come organizzazione sindacale abbiamo il dovere di denunciare sempre le criticità per rendere non solo più sicuri i posti di primo intervento, ma anche proporre una mobilitazione perché agli autisti soccorritori del 118, venga riconosciuta l’indennità di rischio”– conclude Coniglio.