Catania, al via il 25 novembre la 17esima edizione di "Magma – mostra di cinema breve". Ospite d'onore Franco Maresco

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CATANIA – Prenderà il via il prossimo 25 novembre la nuova edizione di “Magma – Mostra di cinema breve”, la retrospettiva cinematografica organizzata dall’associazione Scarti giunta al diciassettesimo appuntamento. Tante le novità e gli ospiti illustri di quest’anno, a cominciare dall’incontro con Franco Maresco, regista e sceneggiatore palermitano, che quest’anno presiederà la giuria della mostra. Il festival renderà omaggio al grande cineasta con la presentazione di due suoi film, lunedì 26 novembre presso il King Multisala Cinestudio di Catania. Si tratta di La mia Battaglia ed Enzo, domani a Palermo!, introdotti dallo stesso Maresco e da Alessandro De Filippo, studioso di cinema, fotografia e televisione, il quale modererà il dibattito col pubblico.

La mia Battaglia (2017) è l’incontro, il dialogo, il ritratto documentario della grande fotografa Letizia Battaglia, testimone negli anni Settanta e Ottanta di una Sicilia martoriata dalla violenza mafiosa e dalla decadenza culturale, ma anche capace di dispensare grazia e innocenza attraverso i volti della gente comune. Maresco intervista la Battaglia sullo scorrere delle sue stesse fotografie, toccando i temi dell’amore, della vecchiaia, della vita e la morte, della fotografia stessa. Il risultato è un racconto inedito e intenso della città di Palermo, che la Battaglia ha reso nota al mondo per la sua violenza efferata, senza dimenticare la grazia, l’innocenza e la voglia di non arrendersi.

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Enzo, domani a Palermo! (1999), realizzato a quattro mani con Daniele Ciprì, racconta le tragicomiche vicende giudiziarie di Enzo Castagna, impresario di pompe funebri che per trent’anni è stato l’unico organizzatore di comparse cinematografiche a Palermo, nonché animatore di feste di piazza con cantanti neomelodici. L’organizzatore cinematografico palermitano, che aveva collaborato con registi del calibro di Vittorio De Sica e Pier Paolo Pasolini, venne condannato su accusa di un collaboratore di giustizia per aver preso parte ad una rapina da parte della mafia avvenuta all’ufficio postale di Palermo. Il film fu presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1999 e accolto con entusiasmo sia dalla critica che dal pubblico.

Regista e sceneggiatore, Maresco ha iniziato a lavorare con Daniele Ciprì nel 1986 per una rete privata di Palermo, per poi passare in Rai e collaborare alle trasmissioni televisive Blob, Fuori orario e Avanzi con Cinico TV: protagonisti delle interviste, rigorosamente girate in bianco e nero, uomini grotteschi e alienati ritratti in una Sicilia arida e desolata. Primo lungometraggio del duo è Lo zio di Brooklyn (1995, gangster story in salsa siciliana) a cui segue Totò che visse due volte (1998, film a episodi che aprì il dibattito sulla censura preventiva). E poi Noi e il Duca (1999, omaggio a Duke Ellington),  Il ritorno di Cagliostro (2003, storia del rocambolesco set dell’omonimo film) e Come inguaiammo il cinema italiano (2004, ritratto a tutto tondo della coppia Franco e Ciccio).

Nel 2014 vince il Premio Speciale della Giuria Orizzonti a Venezia con il film Belluscone. Una storia siciliana (2014), progetto di raccontare in un film il legame di Silvio Berlusconi con la Sicilia. Da qualche anno ama raccontare grandi personaggi sotto forma di documentario: da Io sono Tony Scott, ovvero come l’Italia fece fuori il più grande clarinettista del jazz (2010) a Gli uomini di questa città io non li conosco – Vita e teatro di Franco Scaldati (2015) fino al recente La mia Battaglia (2017). Dal 2013 porta avanti, con l’Associazione Lumpen, numerose iniziative di promozione, diffusione e salvaguardia della cultura cinematografica a Palermo. È attualmente in fase di lavorazione il suo ultimo film, La mafia non è più quella di una volta.

Ma le novità di questa edizione di “Magma” non finiscono qui. Per la prima volta il festival con un lungometraggio: domenica 25 novembre sarà presentato al pubblico La strada dei Samouni, con l’intervento del regista Stefano Savona (ore 21:30 presso il Margherita Multisala di Acireale).

Premiato a Cannes 2018 con l’Oeil d’Or come miglior documentario, La strada dei Samouni impone l’aspetto più umano della questione palestinese, fatta di storie familiari, di relazioni preziose e dilaniate, di amore per la terra. Il film (molti hanno sottolineato che definirlo un documentario possa risultare riduttivo) mostra la sua forza nell’abilità di partire da un fatto realmente avvenuto per sviluppare le possibilità della narrazione cinematografica a diversi livelli. Ad aver colpito pubblico e critica (col premio a Cannes il film ha superato la concorrenza di maestri come Wenders e Von Trotta) è l’alternanza del racconto svolto al presente dalla piccola Amal (rimasta tre giorni sotto le macerie per poi assistere all’uccisione di buona parte della sua famiglia) con la ricostruzione del passato della famiglia affidata ai disegni di Simone Massi (uno dei maggiori artisti di animazione italiani, autore della sigla animata della Mostra del Cinema di Venezia dal 2012 al 2014, che Magma ha già premiato in passato per i suoi cortometraggi, oltre ad essere stato uno dei primi festival italiani a dedicargli una retrospettiva nel 2004).

Stefano Savona, documentarista con alle spalle importanti riconoscimenti a livello europeo, ha studiato per anni le vicende della famiglia Samouni. Questa fu decimata all’interno dell’operazione militare Piombo Fuso (che è anche il titolo di un altro suo documentario, edito nel 2009), alla quale Savona era uno dei pochi giornalisti presenti. La scelta di realizzare questo coraggioso film è anche la volontà di rendere giustizia alla famiglia raccontando la storia per intero, facendo rivivere sullo schermo anche il loro passato grazie ai disegni di Massi.

Stefano Savona è un regista, sceneggiatore italiano. Nato a Palermo nel 1969, ha studiato a Roma archeologia e antropologia, che lo porteranno in Sudan, Egitto, Turchia e Israele presso diversi scavi archeologici. Si avvicinerà alla fotografia nel 1995 per poi passare alla cinematografia nel 1999. I primi riconoscimenti arriveranno tra il 2006 e il 2009 con Primavera in Kurdistan (2006) e Piombo fuso (2009). Nel 2010 fonda a Parigi, insieme a Penelope Bortoluzzi, la casa di produzione Picofilms. Nel 2012 grazie al documentario Tahir Liberation Square vince un David di Donatello e il Nastro d’Argento.

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