CATANIA – Volano gli stracci in Consiglio Comunale. E non basta l’assenza del consigliere Enzo Bianco, provvidenzialmente in missione presso il Ministero dell’Ambiente, a raffreddare il dibattito sul dissesto confermato nei giorni scorsi dalla Corte dei Conti. Mentre fuori da Palazzo degli Elefanti la piazza di sinistra guidata da Matteo Iannitti si prepara per irrompere (pacificamente) in Consiglio, dai banchi della Giunta tocca all’Assessore al Bilancio e vicesindaco Roberto Bonaccorsi riferire sul complesso iter del Piano di riequilibrio da lui stesso firmato nel 2012, quando ricopriva lo stesso ufficio nell’Amministrazione Stancanelli.
Così, dopo le parole di rito del sindaco Salvo Pogliese che ricalcano quelle pronunciate lo scorso 9 novembre di fronte ai sindacati e alle associazioni, l’ex sindaco di Giarre comincia la sua relazione. Ribaltando la prospettiva delle responsabilità tracciata nei giorni scorsi da Enzo Bianco. L’Amministrazione di centrodestra, sul banco degli imputati per i tredici anni di Governo tra il 2000 e il 2013, prima con Umberto Scapagnini e poi con Stancanelli, avrebbe fatto i conti con le pendenze lasciate nella stagione precedente (1993-1999) proprio da Bianco. Mutui contratti in quegli anni, anche per futili motivi, che rivalutati ad oggi peserebbero per circa 120 milioni sulla situazione debitoria dell’Ente. Che negli anni successivi si sarebbe ancora aggravata, certo. Ma anche per responsabilità dell’ex Ministro dell’Interno.
Si giunge così al famoso Piano del 2012 firmato da Bonaccorsi. Mentre l’Assessore si addentra nelle tecnicalità, confermando la bontà di quel documento e addossando alle scelte successive – quindi di nuovo a Bianco – il cattivo esito della procedura di rientro, è l’opposizione consiliare del Movimento Cinque Stelle guidata da Giovanni Grasso e Lidia Adorno ad accendere per qualche istante il Consiglio alzando dei cartelli con lo slogan #BastaImpuniti. Protesta che rientra a dire il vero subito, al primo richiamo del presidente dell’Aula Giuseppe Castiglione. Assai più veemente, poco dopo, quella di Iannitti e compagni riusciti ad entrare a Palazzo degli Elefanti malgrado un vistoso striscione.
Altri cartelli (“Nisciti i soddi”, uscite i soldi, lo slogan della sinistra extra consiliare) e cori di vergogna che inducono Castiglione a sospendere l’Aula per dieci minuti. Buoni anche per sedare gli animi dopo un alterco personale tra l’Assessore Bonaccorsi e il consigliere Daniele Bottino, del gruppo di Bianco. Alla ripresa, il titolare del Bilancio conclude velocemente il suo intervento dando spazio alla replica dello stesso Bottino che ritorna sulla questione dei debiti fuori bilancio, che il Piano di rientro formulato dal centrodestra avrebbe sottostimato, chiedendo le dimissioni dell’Assessore.
Ultimi momenti di animazione per un Consiglio che si addentra nel dibattito più formale. La folla venuta ad assistere inizia a disperdersi. Ma l’impressione, per i cittadini come per i dipendenti delle aziende creditrici che fanno capolino tra la folla, è che il sospirato chiarimento sulle responsabilità non ci sia stato. E che Catania si stia avviando sulla strada lunga e difficile del dissesto senza avere ancora compreso chi ve l’abbia portata.