Ma il Governo giallo-verde è soltanto verde?

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L’accordo siglato da Di Maio e Salvini sui temi della giustizia conclusosi con l’ennesimo passo indietro dei grillini che hanno dato alla Lega il consenso, molto travagliato, alla legge sulla cosiddetta sicurezza già approvata al Senato, ottenendo in cambio il via libera sulla sterilizzazione della prescrizione che partirà però dal 2020, ha ingrossato ulteriormente il fronte dei delusi del movimento 5/Stelle.

Delusione che aveva raggiunto già picchi altissimi a seguito della trasmissione da parte del governo della manovra finanziaria alla Camera dei Deputati. Perché sul giusto ristoro per i truffati dalle banche – cavallo di battaglia in campagna elettorale degli onorevoli Di Maio e Di Battista – nella Legge di Bilancio è previsto solo un rimborso del 30 per cento destinato agli azionisti che hanno subito un danno. Nulla di diverso di quello che aveva detto e fatto il governo guidato da PD. Ma questi sono soli gli ultimi bocconi amari che hanno dovuto ingoiare i sostenitori dei grillini che arrivano, dopo che la ricerca di un cavillo legale per bloccare la cessione agli indiani dell’ILVA di Taranto, si è rivelata vana.

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Altri bocconi amari sono stati il via libera al Tap, il gasdotto da realizzare nella spiaggia salentina di San Foca (altra questione sulla quale si era scagliato contro nelle piazze e in televisione il movimento fondato dal duo Grillo – Casaleggio); l’opposizione presentata dal Ministero della Difesa, guidato da Elisabetta Trenta contro il ricorso al Consiglio di Stato per la chiusura del Muos, il sistema satellitare americano installato nelle campagne di Niscemi. A schiumare rabbia ci sono anche i cittadini della cosiddetta Terra dei Fuochi che attendono da giugno l’annunciato decreto per bloccare i roghi tossici e tutti quelli che sono contro i condoni, come quello di Ischia. E come se non bastasse a complicare la vita dei 5/ Stelle presto o tardi arriverà a “sentenza“ anche la vicenda dell’alta velocità Torino–Lione, la cosiddetta Tav, su cui Chiara Appendino, sindaco di Torino ha cominciato a pagare pegno al mondo degli imprenditori e dei professionisti piemontesi che sono scesi sul piede di guerra contro i no Tav.

Promesse elettorali tradite che rischiano di tramutarsi in odio, oltre che in forte delusione che non potrà non avere risvolti elettorali negativi, come emerge dai sondaggi effettuati dai più importanti istituti di ricerca. Mentre la Lega cavalcando l’onda dell’odio, della rabbia e della paura del diverso, che serpeggiano in tanti strati della popolazione, veleggia con il vento in poppa. E il suo “capitano” si può permettere selfie sorridenti a Venezia, mentre il maltempo degli ultimi giorni, oltre a portare devastazioni e lutti in alcune regioni ha portato via il sorriso dal volto di tante famiglie. Ma al Governo gialloverde e in particolare ai Grillini non vengono rimproverare solo le cose anzidette. Viene loro rimproverato, da parte delle opposizioni, anche la crescita zero registrata nel terzo trimestre di quest’anno, il calo dell’occupazione a tempo indeterminato, la riduzione delle esportazioni.

La frenata dell’economia a onor del vero non è attribuibile all’attuale compagine governativa – se non altro perché le scelte fatte in questi 5 mesi di governo non hanno prodotto ancora gli effetti auspicati – ma a un rallentamento dell’economia europea. Certo in Italia la stagnazione è più violenta rispetto a quella dei nostri più diretti concorrenti perché colpisce il manifatturiero, la crescita media dell’export è dimezzata, si perdono spazi di mercato all’estero e la situazione interna non da segnali di ripresa. Tutto questo preoccupa le forze sociali e imprenditoriali anche perché vedono crescere tra i loro associati un clima di sfiducia che sembrava superato. In questo contesto, fatto di troppe ombre e di poca luce, parlare di fallimento del governo è forse esagerato, ma non è per nulla esagerato parlare di delusione dell’elettorato del Movimento 5 Stelle. Delusione che non si cancellerà devolvendo 2 milioni di euro alle vittime del maltempo, né agitando di nuovo la questione dei costi della politica perché gli elettori da chi governa non si aspettano né elemosine né atti demagogici, ma azioni concrete che dimostrino capacità di governo e volontà di modificare in meglio la realtà delle cose. Se non sarà così a pagare un costo elevato non saranno solo i Grillini che non hanno mantenuto le promesse, ma il Paese nel suo insieme.

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