CATANIA – Un incontro con le parti sociali, i sindacati e le associazioni catanesi per fare il punto della situazione dopo la conferma del dissesto del Comune di Catania da parte della Corte dei Conti. “Un momento che avremmo preferito non vivere – chiarisce il sindaco Salvo Pogliese prendendo la parola nella sala del Consiglio – era doveroso incontrare le parti sociali per affrontare quello che è accaduto e mostrare ciò che abbiamo fatto in tutte le sedi, e per ascoltare sollecitazioni e critiche nel tentativo di dare una mano alla nostra città”.
“Abbiamo lottato strenuamente nel tentativo di evitare il dissesto, con grande determinazione – ha rivendicato il sindaco – abbiamo seguito tutte le strade normative, amministrative, politiche e istituzionali a nostra disposizione. Abbiamo fatto predisporre un ricorso, ma la Corte ha posto la parola fine a questi tentativi. Adesso bisogna voltare pagina. Si è sancita una divisione limpida e chiara tra il passato e il futuro”.
Nessun’altra grande città italiana era mai finita ufficialmente in dissesto, ricorda ancora Pogliese, che non risparmia una bordata al predecessore Enzo Bianco: “Mi sarei aspettato un atteggiamento più sobrio da parte di chi mi ha preceduto – ha detto il sindaco – qualche comunicato stampa, qualche post sui social mi ha fatto sorridere. Noi a giugno abbiamo trovato soltanto quattro milioni di euro in cassa, a fronte di 188 milioni di euro di anticipazione di cassa, con anche il contributo del Ministero degli Interni azzerato”.
Una situazione difficile, dunque, quella che la nuova Amministrazione sostiene di avere ereditato. E che obbliga ad un cambio di passo per il futuro: “Dobbiamo risolvere sul problema della liquidità, che interessa circa diecimila famiglie, comprese le cooperative sociali e le realtà imprenditoriali che lavorano per il Comune di Catania – ha spiegato il primo cittadino – sono convinto che di qui a breve potremo risolvere questa situazione con contributi da Roma, da Palermo e dall’incasso dell’ICI a dicembre. Ma vi è un problema strutturale per cui mi auguro che il Governo centrale sia sensibile alle richieste da noi avanzate nei giorni scorsi”.
“Il Comune di Catania dovrà fare la propria parte – ha concluso Pogliese, ricordando come tra le cause della presente situazione ci sia una grossa percentuale di evasione delle tasse cittadine, tra cui quella di soggiorno – Melior de cinese surgo, recita la celebre iscrizione sulla Porta Ferdinandea, che ricorda le molteplici distruzioni subite dalla nostra città, ma anche la fierezza di un popolo che ha saputo ricostruirla sempre più bella dalle sue ceneri. Sono certo che ci siano l’entusiasmo, la passione e le competenze per farlo di nuovo”.
Ad intervenire, tra le altre associazioni, l’Alleanza delle Cooperative rappresentata da Gaetano Mancini: “Riconosciamo alla nuova Amministrazione un’apertura alle forze sociali, alle associazioni e al mondo della cooperazione – ha detto il numero uno di Confcooperative Sicilia – riteniamo che per il futuro bisogni salvaguardare le forze produttive e imprenditoriali di questa città, a partire dalle cooperative sociali che hanno per il 90% costi di personale. Bisognerà attenzionare anche il capitolo dell’evasione, che come confermato dal sindaco è uno dei punti deboli che hanno portato alla presente situazione – ha concluso Mancini – serve che tutti insieme ci si prenda la responsabilità di traghettare questa città verso un futuro di risanamento e ripresa”.
Ad intervenire anche il segretario provinciale della CNA Andrea Milazzo: “La vicenda del dissesto è rappresentativa del modo peggiore di gestire la cosa pubblica – ha detto Milazzo – se è certo che la nuova Amministrazione non ha responsabilità, da domani se ne assumerà una grandissima. Abbiamo l’opportunità di cambiare le cose da un punto di vista culturale, non soltanto politico e amministrativo. Tra le vittime del dissesto ci sono anche le imprese creditrici, che si vedranno ridurre l’importo dovuto. Ma anche le piccole aziende del territorio si impoveriranno proporzionalmente. Inoltre, per quanto riguarda l’evasione della tassa di soggiorno – ha concluso Milazzo – abbiamo ricordato la nostra proposta di affidarne la riscossione ad AirB&B, proposta già applicata a Palermo con grande successo”.