Giusi Milazzo è stata eletta all’unanimità nel corso dei lavori congressuali tenutisi ieri a Catania, e proseguirà per i prossimi 4 anni, nella guida delle due segreterie. Il congresso tenutosi a Catania in presenza del segretario nazionale Daniele Barbieri, ha registrato anche la partecipazione di Giacomo Rota, segretario generale di Cgil Catania e di Michele Pagliaro, segretario generale di Cgil Sicilia. Ai lavori è intervenuto anche l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone.
La Sicilia è una delle regioni italiane più difficili sul fronte dell’emergenza alloggi popolari. E città come Catania o Palermo, rappresentano dei veri e propri “casi” sempre più difficili da gestire, tra l’indifferenza e nelle migliori delle ipotesi, l’inadeguatezza dei governi locali.
I dati diffusi durante il congresso hanno restituito un ritratto siciliano complesso; gli alloggi popolari IACP nell’ Isola sono 59.744, nei comuni 15.000 a fronte di 27 mila richieste di case popolari giacenti presso i comuni.
Negli anni si è registrata una leggera flessione dovuta all’aggiornamento delle graduatorie, in molti Comuni però, queste ultime sono decisamente vecchie e non tengono conto del nuovo disagio abitativo.
Se consideriamo le convivenze forzate, che negli ultimi anni sono aumentate del 200% circa, ci rendiamo conto che l’esigenza di alloggi a canone sociale è molto più ampia.
Gli edifici privati per abitazione che non sono utilizzato a questo scopo, o che non sono per nulla utilizzati, sono 130.000.
E poi c’è il problema dei fondi pubblici mal utilizzati. Secondo il Sunia, le ingenti risorse comunitarie, anziché essere destinate agli investimenti per colmare il gap infrastrutturale e sostenere lo sviluppo territoriale siciliano, sono state adoperate come ammortizzatore sociale.
“Tanto che alla fine del quarto ciclo di programmazione comunitaria, la Sicilia è penultima per Pil pro capite, dopo la Calabria, è una delle ultime in Europa per percentuali di occupati. – ha detto la Milazzo – Proprio al settore casa, sia pubblico che privato, e alla mitigazione del disagio abitativo, erano e sono destinate somme cospicue dei fondi comunitari; purtroppo anche questa volta, ciò accade per l’incompetenza e per l’impreparazione delle amministrazioni e per i ritardi nelle scelte politiche molti di questi fondi saranno riprogrammati e destinati ad altri obiettivi”.
Sunia Sicilia ricorda che i 42 milioni di euro destinati a realizzare edilizia sociale, attraverso la riqualificazione di immobili non utilizzati, sia pubblici che acquisiti dagli istituti, stentano ad essere utilizzati nelle 9 province siciliane.
“Ci risulta che solo gli Istituti di Catania e Siracusa stiano utilizzando a pieno le risorse a disposizione. – continua la segretaria generale – Anche i Fondi dei Pon Metro destinati alle aree metropolitane, che avrebbero dovuto finanziare per più del 50% delle somme assegnate progetti indirizzati a migliorare le risposte delle Pubbliche amministrazioni in tema di disagio sociale e abitativo, di marginalità e di deprivazione, sono a rischio riprogrammazione”.
Inevitabile, anche per il segretario della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, mettere in relazione il disagio abitativo con la grave assenza di lavoro e lo spreco dei Fondi europei, ma anche sottolineare il caso Riace dove il sindaco “esiliato”, Mimmo Lucano, aveva trovato un’eccellente formula di accoglienza, ripopolamento e uso intelligente delle case svuotate. L’emergenza del dissesto idrogeologico è al centro delle attenzioni della Cgil Sicilia, a conferma che i temi dell’abitare dignitoso, dell’ambiente e dei diritti sono strettamente collegati.
L’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, ha confermato che esistono circa 200 milioni di fondi Ex GESCAL di cui la Regione Siciliana può fare buon uso, ma anche precisato che deve essere verificata l’effettiva disponibilità.
Falcone ha rimarcato la disponibilità del Governo regionale al confronto su tutti i temi dell’abitare; la Regione sta anche lavorando per realizzare 700 nuovi alloggi tra Social Housing e altre formule e che grazie anche alla richiesta del Sunia, si accinge a costituire l’Osservatorio sulle politiche abitative.
Nel suo intervento conclusivo, il segretario nazionale Barbieri, ha sottolineato l’inevitabile legame tra povertà, disoccupazione ed emergenza abitativa in regioni meridionali, come appunto la Sicilia. “Il problema che dobbiamo affrontare nell’immediato è però dare una possibilità, soprattutto per chi rischia o viene sfrattato perché non arriva alla fine del mese, alle famiglie. Questo governo nazionale però non solo non ha messo un solo euro nella Finanziaria per questo problema, ma non ha proprio parlato di case”.