Belpasso, incidente sul lavoro: operaio muore schiacciato da una lastra

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BELPASSO (CT) – Gaetano Alessi Batu, 55 anni, originario di Mascalucia, ha perso la vita quest’oggi mentre si trovava a lavoro in un capannone di Belpasso: l’uomo è morto schiacciato da una lastra di pietra lavica.

L’uomo stava lavorando nei locali della ditta ‘Europietra Industria Srl’, in contrada Pantano.

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Secondo una prima ricostruzione fatta dagli inquirenti, il 55enne insieme a un collega stava spostando una grossa lastra per prenderne un’altra sottostante, quando entrambe hanno ceduto finendo sull’operaio. È morto sul colpo. Indagano i carabinieri. Sul posto anche personale del 118 e i vigili del fuoco.

Diverse le reazioni e i commenti alla notizia, a partire dalle note diffuse dai sindacati.

Scrive la Cisl di Catania: “È l’ennesima tragedia che ci addolora tutti e col nostro cordoglio ci sentiamo vicini alla famiglia. La sicurezza sul lavoro non può essere un optional. Ma ognuno deve fare la propria parte. Non basta solo indignarsi o denunciare l’inosservanza delle norme di legge, dei regolamenti e dei contratti. Deve diventare la priorità con controlli nelle aziende, investimenti, prevenzione, informazione e formazione capillare ai lavoratori”.

Dello stesso avviso anche la Uil etnea: “Ancora un caso di morte bianca che come altri rischia di restare in sordina, avvolto da un assordante e criminale silenzio. La Uil piange l’operaio di 55 anni deceduto stamattina in una cava di pietra lavica e chiede verità, giustizia, innanzitutto per la famiglia della vittima ma anche per gli altri lavoratori che, a contrada Pantano come altrove, sono occupati in luoghi ad altissimo rischio. Siamo certi che magistratura e forze dell’ordine faranno luce su questo episodio e, intanto, sollecitiamo soluzioni politiche perché vanno aumentate le risorse, economiche e umane, per realizzare attività sempre più efficaci di prevenzione. Le morti bianche, purtroppo, non fanno sufficientemente rumore. La Uil non lascerà che indifferenza e cinismo accrescano la lunghissima, inquietante, lista dei morti di lavoro”.

 

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