CATANIA – Non più vittima del totale abbandono ma un centro di aggregazione per l’intero quartiere di San Giovanni Galermo. Questa la richiesta del presidente della cooperativa Katanae, Dario Zappalà, dopo il sopralluogo nell’impianto sportivo di via Macello.
Una struttura, con tanto di campetto, che resta chiusa inspiegabilmente da anni. La gente aspetta che venga resa fruibile l’area che necessita dell’eliminazione delle erbacce e la riparazione del manto in cemento. Nel frattempo, come spesso succede in questi casi, la paura è che i ladri si mettano all’opera e comincino a fare razzia mentre i bambini del quartiere di San Giovanni Galermo, non avendo tanti luoghi di ritrovo, sono costretti a giocare in mezzo alla strada.
«Dopo aver raccolto le segnalazioni delle famiglie di via Macello – afferma il presidente Zappalà – ho voluto rendermi conto di persona della situazione. Nonostante sia chiusa da oltre dieci anni l’impianto si trova in buone condizioni e basterebbero pochi lavori di manutenzione straordinaria per renderlo sicuro e perfettamente funzionante. Affidare l’area ad un ente come “Katanae” nell’immediato avrebbe il risultato di garantire uno spazio sportivo e aggregativo importante per i giovani del quartiere che qui potrebbero dare sfogo a tutta la loro creatività. Oggi San Giovanni Galermo non dispone di un parco o di uno spazio verde degno di questo nome: c’è solo una piccola bambinopoli in via Don Minzoni dove poter giocare. Troppo poco per un quartiere che conta oltre 15.000 abitanti».
Realizzato alla fine degli anni ’90 l’impianto di via Macello costò circa 50 milioni di lire. Nel 2008 la struttura viene chiusa definitivamente e da allora i residenti delle palazzine di via Macello possono vedere il campetto sportivo solo dai balconi.