CATANIA – Centinaia di persone hanno partecipato ieri sera al presidio al Porto di Catania per chiedere la “liberazione” degli oltre centosettanta migranti a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera italiana. Da una settimana il natante è al centro di un braccio di ferro tra il Governo italiano e l’Unione europea per la redistribuzione dei profughi.
Dopo aver fatto la spola nel Mediterraneo per quattro giorni, finalmente nella notte di lunedì la Diciotti era entrata nel Porto etneo su indicazione del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli. Ma il Ministro dell’Interno e Vicepremier Matteo Salvini non aveva rinunciato alla linea dura, definendo quella a Catania una “sosta tecnica” e impedendo ai migranti di sbarcare. Una posizione ribadita ieri nel corso di una diretta Facebook nella quale il titolare del Viminale ha nuovamente bollato gli ospiti della Diciotti come “clandestini”.
Parole che hanno innescato una girandola di reazioni, prima fra tutte quella delle associazioni etnee che ieri si sono recate al varco 4 del Molo di Levante portando con sé un arancino come simbolo di accoglienza. E proprio ieri, dopo lunghi tira e molla, il Governo ha dato l’ok allo sbarco dei minori presenti a bordo. Costoro, ha chiarito il Comune di Catania, verranno immediatamente trasferiti a cura dei servizi sociali comunali in due strutture di prima accoglienza. Ma le associazioni annunciano di voler continuare il presidio sino alla liberazione di tutti gli “ostaggi”, mentre si attende in giornata l’arrivo a Catania di altre personalità del mondo politico e intellettuale per dare manforte alla protesta.
Ad intervenire sul caso anche il Centro Astalli e la Caritas Diocesana di Catania, che in una nota esprimono esprimono “un profondo e marcato dissenso nei confronti della gestione della situazione che ormai da lunedì sera riguarda 177 migranti, tra cui 29 minorenni non accompagnati, trattenuti a bordo della nave Diciotti nel porto di Catania”.
“L’associazione fondata da gesuiti e laici e l’organismo pastorale dell’Arcidiocesi di Catania, impegnati in prima linea nel territorio catanese per assistere, accogliere e integrare rifugiati e migranti, chiedono alle autorità italiane di autorizzare lo sbarco immediato dei profughi, indipendentemente dall’esito delle trattative attualmente in corso tra l’Italia, Bruxelles e gli Stati membri per la ricollocazione nei vari Paesi Ue. Inoltre, mettono a disposizione tutte le proprie risorse umane e materiali per fornire quanto necessario in seguito allo sbarco”.
“Crediamo che sia determinante sollecitare le coscienze e la responsabilità delle istituzioni e dei cittadini – ha detto Padre Gianni Di Gennaro del Centro Astalli di Catania – ci troviamo di fronte a un’esigenza umanitaria che non può essere strumentalizzata per trattative tra l’Italia e i Paesi europei”.
“Caritas costituisce un presidio di solidarietà umana e spirituale – ha aggiunto Don Piero Galvano, direttore della Caritas Diocesana di Catania – e tiene le porte e le braccia aperte per tutti i fratelli che arrivano da situazioni di disperazione e sconforto; in questo senso crediamo che i diritti fondamentali della persona debbano essere rispettati sopra ogni cosa”.