CATANIA – Un grande impegno e un grande sforzo: li chiede il sindaco di Catania Salvo Pogliese innanzitutto alla sua squadra, che deve agire con un rinnovato rigore, ma lo chiede anche ai cittadini, alle parti sociali, ai sindacati. In un clima di profonda stima e rispetto ma soprattutto di collaborazione e confronto.
Pogliese lo aveva detto al suo insediamento che avrebbe lavorato confrontandosi con tutti: e l’incontro di ieri pomeriggio con le parti sociali e le rappresentanze sindacali, per discutere della grave crisi finanziaria dell’ente comunale, si pone proprio su questa scia. E non a caso il primo cittadino ha anche annunciato la costituzione di un tavolo permanente di consultazioni per essere le parti sempre aggiornate e per proporre idee e suggerimenti.
Perché la situazione è davvero difficile: il debito del Comune di Catania è di circa 1 miliardo e 580 milioni di euro e parte di questi debiti sono spalmati fino al 2044:”E’ utile ricordare –ha detto il vicesindaco e assessore al bilancio Roberto Bonaccorsi – che la Corte dei Conti nella dichiarazione di dissesto oltre alla mancata adozione delle misure di riequilibrio ha registrato l’impossibilità per il Comune di garantire l’ordinario ai sensi dell’articolo 244 del Tuel. A queste vanno le gravi criticità contenute nella delibera n.154 della Corte con rilievi che ora vanno recepiti nei documenti contabili. Una situazione che fotografa una pesantissima situazione deficitaria da cui solo un miracolo e un concorso di volontà ci potrà far venire fuori. Lo dico con assoluta serenità avendo seguito anche alcune prese di posizione che suonavano l’allarme negli anni scorsi, anche in consiglio comunale e non sono stati tenuti nella giusta considerazione”.
Dunque una situazione allarmante, poco felice: se il dissesto verrà dichiarato ci sono a rischio i posti del settore cooperativo, quelli del terzo settore, difficoltà per i dipendenti comunali. Insomma bisogna scongiurare questa ipotesi ed è per questo che il sindaco ha deciso di conferire l’incarico per il ricorso contro la pronuncia di dissesto al professore Agatino Carriola, ordinario di diritto costituzionale, giurista di grande livello che ha anche esperienze in merito di prepararlo al meglio, ben sapendo tuttavia che l’ordinanza 154 della Corte fotografa una situazione pesantissima. La strada per vincere il ricorso, dunque, è stretta e difficile, ma siccome sono un inguaribile ottimista, credo anche non impossibile. È necessario, inoltre, uno strumento giuridico, che può essere solo l’emendamento approvato nel Decreto Mille Proroghe che va perfezionato e migliorato in seconda lettura. E che che però, sia detto con chiarezza da solo non basta. Sono necessarie – ha spiegato Pogliese – altre due cose: che il governo ci venga incontro, valutando che una delle più importanti città d’Italia meriti un intervento straordinario in termini immissione di liquidità per mitigare la situazione di dissesto dichiarato che abbiamo trovato. E’ anche necessario che la città in ogni componente faccia la sua parte, e per quanto riguarda l’amministrazione agisca con rinnovato rigore agendo in ogni settore per migliorare i livelli di efficacia, a cominciare dalla riscossione dei tributi accertati che ora sono effettivamente riscossi solo al 50%. Una situazione che necessita anche in questo caso di un intervento normativo che renda obbligatorio il versamento dei tributi. Tutte questioni che porrò al Ministro Salvini già il prossimo 14 agosto rappresentando la reale situazione del Comune di Catania per avere la necessaria attenzione dal governo nazionale”.
Cgil Cisl, Uil e Ugl sono rimasti soddisfatti da quanto accaduto ieri pomeriggio e hanno diffuso una nota nella quale hanno scritto: “Accogliamo con favore la determinazione dell’amministrazione comunale di ricorrere contro la proposta di dissesto. Chiediamo responsabilmente al sindaco di proseguire nella politica di concertazione con le forze sociali su tutte le questioni che riguardano le eventuali conseguenze sui lavoratori e sui cittadini catanesi. In particolare, è necessario affrontare la situazione del personale comunale, dei centri di cultura, del welfare cittadino e delle cooperative sociali, delle società partecipate e del recupero dell’evasione fiscale. Siamo fortemente preoccupati infatti che il dissesto metta a rischio circa 10mila posti di lavoro tra diretto e indotto”.