CATANIA – “Nell’incertezza generata dal possibile dissesto del Comune di Catania, e con un ritardo nei pagamenti anche superiore ad un anno, in assenza di un intervento immediato le cooperative sociali non saranno più in grado di svolgere la propria attività. Ciò ancor di più per il fatto che la sola notizia del rischio dissesto ha causato l’immotivata sospensione dei pagamenti da parte degli uffici con ciò aggravando la già drammatica situazione delle cooperative, che da anni, con senso di responsabilità e attenzione ai bisogni sociali, hanno anticipato costi garantendo la continuità dei servizi. Invitiamo pertanto l’amministrazione comunale a sbloccare i pagamenti, procedendo con immediatezza almeno al pagamento di alcune mensilità per consentire di mantenere attivi i servizi senza causare gravi disagi all’utenza già caratterizzata da condizioni di difficoltà sociale. E contestualmente si apra un tavolo di lavoro con le rappresentanze datoriali e sindacali per mettere in atto una comune strategia volta a fronteggiare la crisi”.
E’ questo l’appello che le associazioni catanesi del movimento cooperativo AGCI, CONFCOOPERATIVE, LEGACOOP, UNCI, UNICOOP lanciano alla Giunta Pogliese ed al Consiglio Comunale di Catania. Ma le stesse associazioni si rivolgono anche alla deputazione e al Governo nazionale evidenziando che “occorre prendere atto della gravissima situazione sociale e occupazionale che si genererebbe con la chiusura delle cooperative che operano con il Comune di Catania dando lavoro ad oltre 1.000 addetti specializzati. Si tratta di imprese labor intensive, nelle quali cioè i costi relativi al personale superano il 90%. Ed è proprio a partire da questi dati che sollecitiamo la deputazione locale a farsi portavoce nei confronti del Governo e del Parlamento nazionale affinché venga adottato un provvedimento in base al quale, in caso di dissesto di un ente locale, il costo del personale delle cooperative labor intensive venga assimilato a quello dei pubblici dipendenti, come già peraltro previsto dalla L.R. 5 gennaio 1999, n. 4, comma 5. Altrimenti al dramma sociale ed economico di migliaia di famiglie si verrebbe a creare una ingiustificata discriminazione tra gli addetti comunali e quelli delle cooperative che lo stesso Comune ha utilizzato in luogo del ricorso a proprio personale e per di più ritardando i pagamenti per periodi di tempo insostenibili. Ed ancora è necessario prevedere un automatico meccanismo di compensazione tra crediti e debiti nei confronti delle pubbliche amministrazioni. E’ infatti paradossale che le cooperative che devono subire ritardi nei pagamenti debbano contestualmente pagare tasse e contributi previdenziali. E allora, almeno in caso di dissesto, va sospesa ogni richiesta di crediti relativi all’ente in dissesto da parte di erario, INPS, INAIL, Riscossione Sicilia e ogni altra amministrazione statale”.