CATANIA – Più di 20 operai – che stanno lavorando alla riqualificazione del Palazzo di Cemento che una volta ultimato darà 96 alloggi popolari più due piani dedicati a uffici – da 5 mesi non percepiscono lo stipendio.
Ma la colpa non è dell’azienda, una ditta di Paternò, ma la solita lenta burocrazia.
Procediamo per gradi.
La ditta si aggiudica, per poco più di 8 milioni di euro, i lavori di riqualificazione di una ferita aperta da anni per Catania e per Librino: il palazzo di Cemento. I soldi vengono stanziati grazie al Patto per Catania siglato dall’allora primo ministro Matteo Renzi e dall’ex sindaco Enzo Bianco.
Si comincia: in pompa magna vengono annunciati i lavori e il cantiere va avanti più o meno speditamente. Si arriva, dopo quasi 2 anni di lavori – cominciati nel novembre del 2016 – a ultimare il 60% del lavoro previsto.
La ditta da tutto a regola d’arte e ogni SAL – stato di avanzamento dei lavori – viene regolarmente consegnato al Comune che dell’opera è la stazione appaltante. Peccato però che l’ultimo SAL, presentato a maggio e dal valore di 1,3 milioni di euro, non viene pagato.
La conseguenza è che la ditta alza le braccia perché non ha più fondi per poter acquistare il materiale e per poter anticipare gli stipendi agli operai. Alcuni dei quali tra qualche giorno verranno licenziati.
Perché il SAL non viene pagato? In questo momento, come dichiarato anche dall’attuale assessore ai lavori pubblici del comune di Catania Giuseppe Arcidiacono, “il dirigente è in ferie e starà molto tempo in ferie. Non sappiamo – dice l’esponente della giunta Pogliese – il perché a maggio non sia stato pagato il SAL ma ciò che è certo è che già ho incontrato sia i vertici della ditta che i dirigenti per capire come poter sbloccare questa situazione e come poter permettere ai lavori di avere un proseguo garantendo l’occupazione di questi operai”.
Lavori che se stoppati hanno una doppia ricaduta grave: la prima è che si resterà davanti all’ennesima opera pubblica incompiuta; la seconda è che senza operai che vi lavorano e dunque senza controllo, il palazzo venga vandalizzato.
Ecco perché l’assessore Arcidiacono si è impegnato a parlare in prima persona con il comandante della Polizia Municipale per chiedere un presidio della zona e del palazzo.
Cosa succederà? Solo il tempo potrà dirlo.
Ecco intanto cosa ha dichiarato il segretario organizzativo della Filca Cisl Domenico Murabito