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SICILIA – “Per gli impegni e le promesse, il tempo è ampiamente scaduto! Siamo pronti per una grande mobilitazione se, a breve, non si sostituiranno con i fatti le promesse, attraverso segnali concreti ed incisivi volti a salvaguardare le numerose piccole e medie imprese che operano nel settore delle costruzioni”.
E’ quanto hanno rappresentato Cna, Confartigianato, Casartigiani e Claai all’Assessore regionale delle Infrastrutture e della Mobilità, Marco Falcone, durante un incontro tenutosi a Palermo. Le Organizzazioni datoriali dell’artigianato fanno fronte comune e richiamano la Politica Regionale al ruolo Istituzionale che le compete per avviare un intervento rapido e mirato a correggere il Codice degli Appalti, i cui effetti devastanti stanno paralizzando un intero settore, che fino a poco tempo fa era motore trainante dell’economia dell’Isola.
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L’attuale Codice degli Appalti, testato e rivisitato in alcuni suoi aspetti, in barba alle proposte avanzate dalla base mediante le Associazioni di categoria, rappresenta oggi per il settore un ostacolo più pesante e dannoso della stessa crisi economica degli ultimi anni. I numeri in Sicilia, in riferimento all’ultimo decennio, evidenziano infatti un saldo negativo con un ammanco di circa 5 mila imprese. Nel 2017 si è registrata una differenza in negativo per numero di nuove imprese inscritte e numero di cessazioni dello stesso settore dell’edilizia pari a 650 unità ed il Codice degli Appalti non è certamente immune in quanto a causa e responsabilità.
“Le nostre imprese, in particolare quelle Artigiane e le PMI, se vogliono aggiudicarsi un appalto pubblico – sottolineano
Cna, Confartigianato, Casartigiani e Claai
– sono costrette ad offrire ribassi che mediamente non risultano inferiori al 40%: tutto ciò a causa del disastroso criterio di aggiudicazione stabilito dall’articolo 97 del D. LGS 56 del 2017, che obbliga il partecipante a proporre “percentuali di sconto” sempre più alte, di gara in gara, per inseguire quella formula matematica
ad incremento costante. Questo intreccio di pastoie e di paletti costituisce di fatto una rete che imbriglia ed intrappola fino a soffocare il piccolo imprenditore edile, relegandolo ai margini del mercato dei Pubblici Appalti con la conseguente inevitabile esclusione; la piccola impresa del settore edile, costretta a fare la guerra tra i poveri, viene così destinata a chiudere i battenti, non potendo competere con le imprese più strutturate, che viceversa sono in grado di esercitare un più facile accesso agli appalti più consistenti, gestiti attraverso macrostrutture alle quali queste aderiscono.
Questo è anche l’effetto dell’OEPV (offerta economica più vantaggiosa) della quale chiediamo l’immediata cancellazione per i lavori sotto soglia comunitaria. Per difendere le nostre imprese in un settore dove, purtroppo, si annidano corruzione, malaffare e condotte illecite, bisogna immediatamente intervenire per mettere mano e per sottrarre al Codice degli Appalti la troppa discrezionalità introdotta nei metodi di scelta del contraente; l’intervento va fatto attraverso l’introduzione di metodi di selezione e strumenti di controllo delle imprese che dovranno risultare quanto più oggettivi possibili. Non è più tempo di proclami! Occorre tutelare e difendere i diritti delle imprese sane che … malgrado
tutto, ancora oggi vogliono continuare a lavorare serenamente, senza che però, continuino ad essere emarginate da provvedimenti iniqui e sbagliati che paradossalmente sono posti
in essere dalle Istituzioni stesse. Cna, Confartigianato, Casartigiani e Claai fanno appello al Governo della Regione Sicilia e alle Rappresentanze Politiche presenti all’ARS e al Governo Nazionale affinché si attivino urgentemente per l’apertura di un Tavolo Tecnico Nazionale che porti al varo di un non più differibile intervento correttivo”.
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