CATANIA – Al Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio piace il seltz limone e sale. O perlomeno mostra di gradire quello offertogli dal dottor Salvatore Torrisi allo stabilimento Oranfresh, alla Zona Industriale di Catania, nel corso dell’incontro con la filiera agrumicola siciliana “La difesa del Made in Italy e il Decreto Dignità per il comparto agrumicolo siciliano”.
Accompagnato dal Sottosegretario alle Politiche Agricole Alessandra Pesce e dal Vicepresidente dell’ARS Giancarlo Cancelleri, il vicepremier ha visitato lo stabilimento soffermandosi sul funzionamento delle macchine spremiagrumi esportate in tutto il mondo. Un business fondamentale per l’economia siciliana e italiana, quello del settore agrumicolo, uscito fortemente penalizzato dalla crisi degli ultimi anni.
“In Sicilia sono venuto per cinque anni da membro dell’opposizione – ha detto Di Maio – avevo promesso agli operatori del comparto agrumicolo che avremmo iniziato a proteggerli, giocando non solo in difesa ma anche in attacco portando nel mondo le eccellenze agroalimentari siciliane e italiane. Sono venuto a rinnovare quella promessa da membro del Governo, con una grande collaborazione tra le tecnologie e questo settore”.
“Dove siamo oggi si sono brevettati dei macchinari che ci hanno consentito di portare le nostre eccellenze in giro per il mondo – ha continuato il Ministro dello Sviluppo Economico – sono qui per valorizzare le filiere e le piccole e medie imprese che ci possono fare grandi a livello internazionale. Non permetteremo più che si facciano trattati su trattati che aprono alla concorrenza sleale degli altri Paesi. La nostra priorità è difendere le eccellenze dell’agroalimentare. Per farlo basterà cominciare a dire qualche no ai tavoli europei e internazionali, come abbiamo iniziato a fare”.
Ad intervenire nel corso dell’incontro Federica Argentati, Presidente del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia, Francesco Favara, CIA SICILIA, e il Presidente di Confcooperative Sicilia Gaetano Mancini: “Alle cooperative non interessano solo i meccanismi di domanda e offerta – ha detto Mancini nel corso del suo intervento – ma anche la dignità del lavoro, del welfare, la dimensione comunitaria della cooperazione. Dobbiamo garantire due percorsi, la lotta alle false cooperative e il rafforzamento della vigilanza che può diventare anche un utile strumento di raccolta dati”.
“C’è una domanda nuova nei mercati – ha proseguito il Presidente di Confcooperative Sicilia – il cittadino del mondo chiede sicurezza alimentare, pensando al benessere e la salute. Questo tema può essere una grande opportunità per il Mezzogiorno. Ma per fare questo è importante investire sulla formazione, per far sì che cooperative e produttori abbiano sempre maggiore partecipazione. Studi recenti ci dicono che le cooperative con la maggior partecipazione del socio hanno un volume di mercato doppio”.