“E’ improcrastinabile l’estensione della buona pratica della cedolare secca, che importanti risultati ha avuto sull’abitativo, anche all’immobiliare commerciale. Non c’è tempo da perdere, il nuovo governo si faccia carico di un provvedimento necessario per implementare le locazioni, per dare coraggio alle imprese e al commercio. Una tassazione più bassa sugli affitti darebbe impulso ad un mercato che ha mosso solo timidi segnali, così come un taglio generalizzato delle imposte sugli immobili porterebbe ad un ulteriore incremento delle compravendite. I danni prodotti dai governi degli ultimi dieci anni sono immensi, basti pensare che dai 26 miliardi di transazioni del 2008 siamo scesi a quota 15,7 miliardi. Una tassazione piatta consentirebbe ai proprietari di immobili di agire più agilmente sul mercato delle locazioni, abbassando in modo significativo i prezzi”, ha aggiunto Gibiino.
Alla conferenza di Catania hanno preso parte il Ceo di Auxilia Finance Samuele Lupidii, il presidente nazionale di Confassociazioni Immobiliare Paolo Righi, il presidente regionale e provinciale FIAIP Carmelo Mazzeppi e Maria Pia Barbagallo.
“È sufficiente analizzare i dati forniti dall’OMI, l’osservatorio immobiliare dell’Agenzia delle Entrate sul primo trimestre del 2018 per capire quale sia la via da seguire – prosegue Gibiino –. Lo stock immobiliare italiano è equamente diviso tra residenziale e commerciale, sarebbe pertanto un errore non agire su quest’ultimo, si tratti di locazioni o compravendite (+5,9% nei primi tre mesi dell’anno). Per quanto concerne l’immobiliare commerciale, cresciuto in modo maggiore nel Nord-est (+10,9%) e nelle isole (+9,8%) è necessario operare delle distinzioni: se vanno male gli uffici e gli studi privati su tutto il territorio nazionale, segno estremamente positivo è dato invece dai negozi e dai laboratori (+16% nel Nord-Ovest e +24,1% sulle isole), bene anche i depositi e le autorimesse (+9,2%). Segno meno positivo per gli edifici commerciali e i capannoni che vanno a picco al Sud (-43%), a testimonianza di una crisi economica che perdura soprattutto nel Mezzogiorno, dove a sopravvivere è il terziario e non la produzione”.
Paolo Righi, presidente nazionale di Confassociazioni Immobiliare, ha ribadito che una nuova politica del territorio passa anche attraverso questa misura: “In Italia si è perso il valore degli immobili: mentre in altre parti d’Europa c’è stata una ripresa, in Italia il mercato immobiliare è fermo. Si perde occasione di sviluppo perchè è dagli immobili che parte l’economia di un paese”.
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