Crias, si dimette il Consiglio d'Amministrazione. Filippello: "Ora gli artigiani scendano in campo"

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PALERMO – Sono ore di tensione in casa Crias, l’ente regionale per il credito agevolato alle imprese artigiane che da alcuni giorni, con le dimissioni del vice presidente Mario Filippello e del consigliere Tarcisio Sberna, è di fatto senza governance. Una situazione frutto di diverse criticità susseguitesi nel corso dei mesi, oltre che dell’immobilismo del Governo regionale.

A spiegarlo ai microfoni di Hashtag Sicilia è proprio l’ex vicepresidente Filippello: “A dicembre del 2017 si è dimesso il presidente Antonina Bonsignore – spiega – Per sette mesi l’ente è stato guidato da quello che è rimasto del Consiglio d’Amministrazione, cioè da me e dal consigliere Sberna come rappresentanti indicati dalle associazioni artigiane. Più volte si è chiesto di ricomporre l’organismo direzionale dell’Ente nella composizione previsto dalla Legge. Ma il Governo regionale non ha ritenuto opportuno procedere”.

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Da Palazzo d’Orleans nessun segnale. Soltanto la prosecuzione di alcune politiche di riduzione del credito già intavolate dal Governo precedente. “Nel frattempo è andato avanti un processo di sedicente riforma che unifica Ircac e Crias, non si capisce bene per quale finalità e per quale ragione – continua l’ex vice presidente – se non quella di creare una bad company in cui mettere i dipendenti in attesa di altre operazioni di natura finanziaria che nulla hanno a che fare con il credito agevolato. L’ARS ha approvato questa ipotesi di riforma accorpando Ircac e Crias, delegando alla Regione il regolamento che implica il destino dei fondi di rotazione e del credito”.

“Terzo fatto, da anni si sa che non vengono approvati i bilanci – dice Filippello – per tutti questi motivi abbiamo ritenuto di rassegnare le dimissioni, pensando così di dare un segnale al governo regionale, affinché intervenisse per salvare il credito agevolato cambiando il percorsi intrapreso che riteniamo sbagliato”. Ma questo intervento, spiega l’ex vicepresidente di Crias, non è arrivato. “Non c’è stata nessuna apertura, e non credo che non ci sarà – prosegue – Per il futuro l’unica possibilità è che scendano in campo gli artigiani e le loro associazioni, per chiedere con forza che nella nuova situazione del mercato venga difeso il credito agevolato destinato alle imprese artigianali. E che venga ripreso quello per il commercio, prima consegnato all’Irfis e poi abrogato del tutto dal precedente Governo”.

“Quanto di buono era stato previsto dal nostro Statuto e dalla lungimiranza dei governanti del passato è stato stravolto – conclude Filippello – nell’attuale situazione economica l’artigianato avrebbe bisogno di interventi costanti. Qui invece si sta scegliendo di limitare questi interventi. Il Parlamento regionale si svegli da questo preoccupante torpore. Si guarda alle vicende della Crias in modo sbagliata, forse anche a causa delle vicende politiche nazionali. Mi pare che non ci sia più una forza all’ARS che tuteli gli interessi delle imprese siciliane. La vicenda del credito agevolato, partita con il Governo Crocetta e l’Assessore Baccei – mandato dal nord – è indice di questo abbandono. Intanto l’attività dell’Ente rimane bloccata con grave danno del tessuto artigianale siciliano”.

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