Crisi del Libero Consorzio di Siracusa: Artigiani e PMI siano al centro del dibattito

CNA Siracusa
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SIRACUSA – “Le vicissitudini dell’ex Provincia Regionale di Siracusa hanno prodotto una grande attenzione della comunità del nostro territorio rispetto le sorti delle centinaia di dipendenti dell’ente dando risalto anche alla continua deriva dei servizi originariamente erogati dello stesso ente soprattutto in termini di manutenzione della rete viaria territoriale e degli istituti scolastici”.

A scriverlo, in una nota, è la CNA di Siracusa allarmata dalla crisi che sta attraversando il libero consorzio di Siracusa. Nella nota si legge anche:

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“In questi anni di grande difficoltà le imprese di costruzioni ed impianti hanno prodotto uno sforzo importante nel garantire servizi. Un mondo, quello delle costruzioni, che negli ultimi 4 anni ha visto una riduzione dello stock di imprese di oltre 400 unità nel solo comparto artigiano con la riduzione della forza lavoro di oltre il 30% ed un impatto in termini di disoccupazione estremamente rilevante complice anche la riduzione dei lavori pubblici che ha sfiorato il 70%.

 

Oggi quelle imprese che hanno garantito manutenzioni e lavori al Libero Consorzio si trovano in una condizione di estrema sofferenza a causa dello stop dei pagamenti da parte dell’ente. Nel solo ambito manutentivo stiamo parlando di 15 imprese con crediti maturati intorno ai 700mila euro cui sono stati affidati lavori con la promessa di un pagamento oggi disatteso. A questo si aggiunge la beffa di affidamenti di lavori definiti proprio nei giorni di ufficializzazione del dissesto finanziario con l’impari trattamento che ha visto, dall’altra parte, garantire pagamenti ad altri soggetti (su tutti Siracusa Risorse con un mandato di circa 1 milione di euro in questi giorni) rispetto ai quali non si intende ovviamente esprimere alcun giudizio se non quello di una necessaria equità nei confronti delle piccole imprese. Anche queste sono portatrici di interessi di famiglie di dipendenti che hanno la necessità di veder corrisposti i propri stipendi.

 

In questo clima riteniamo inaccettabile scaricare verso le piccole imprese le forti criticità dell’ente anche in considerazione della natura degli interventi e della relativa copertura finanziaria a mezzo risorse di CdP rispetto ai quali era stata data ampia rassicurazione per i relativi pagamenti. Oggi le imprese chiedono attenzione per non aggiungere altre imprese alle centinaia che hanno già chiuso i battenti negli ultimi anni. Che il dibattito sullo stato dell’ente tenga conto anche degli artigiani e delle PMI, motori fondamentali di un territorio che può e deve ripartire dai suoi pezzi più importanti”.

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