CATANIA – “Un’indagine di straordinario interesse e importanza”. Con queste parole il Procuratore di Catania Carmelo Zuccaro ha presentato i risultati dell’operazione “Sim Swap”, che nelle scorse ore ha portato all’arresto di 14 persone accusate di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di frodi informatiche aggravate dall’indebito utilizzo dell’altrui identità digitale, riciclaggio e truffe.
A finire in carcere sono stati Alfio Mancuso, 35 anni, Luca Florio, 37 anni, Antonio Nucifora, 25 anni; ai domiciliari sono finiti Michele Bella, 27 anni, Filippo Del Popolo Chiappazzo, 23 anni, Santo Gulino, 49 anni, Giuseppe Luna, 42 anni, Agostino Muscolino, 24 anni, Sara Musumeci, 23 anni, Angelo Pagano, 42 anni, Giovanni Pagano, 40 anni, Davide Patanè, 25 anni, Adriano Tizzone, 46 anni, Marco Antonio Torrisi, 39 anni. Altre 32 persone sono indagate in stato di libertà.
Oltre 600.000 il bottino che il gruppo criminale – operante nella zona jonica comprendente Giarre, Riposto, Fiumefreddo di Sicilia e Comuni limitrofi – avrebbe ottenuto attraverso frodi informatiche operate in diverse parti d’Italia con la tecnica del “Sim Swap”. I truffatori avrebbero acquisito i dati e le credenziali di home banking delle vittime attraverso tecniche di hacking e di ingegneria sociale. Successivamente avrebbero utilizzato documenti falsificati ad hoc per sostituire la sim card delle vittime, ottenendo tramite il numero telefonico dalla banca le credenziali per operare sul conto corrente online.
Malgrado la sostituzione comportasse il mancato funzionamento della sim originale delle vittima, quest’ultima difficilmente associava il fenomeno alla frode online. Una volta entrati nel conto, i truffatori potevano operare liberamente disponendo bonifici o ricariche di carte prepagate nella disponibilità di prestanome. Ma il gruppo non avrebbe disdegnato nemmeno le più classiche truffe online – anche su portali specializzati come Subito.it – per un importo di decine di migliaia di euro.
Soddisfazione per i risultati dell’indagine sono stati espressi dai vertici della Procura: “La nostra Polizia Postale è una forza di eccellenza, tra le più importanti non solo in Italia – ha detto il Procuratore Zuccaro – Il tema della sicurezza del traffico online risulta fondamentale per l’economia del Paese, visto che sul web oggi viaggia gran parte dei rapporti commerciali. Purtroppo sì tratta di un sistema nel quale è molto facile mettere in atto truffe anche molto sofisticate”.
“Quella del ‘Sim Swap’ è una tecnica che richiede conoscenze informatiche precise – ha aggiunto la dirigente nazionale della Polizia Postale – E che può arrecare danni gravi al commercio online e dell’intero Paese. Il nostro livello di allarme e attenzione sul web è generalmente molto basso, tendiamo a sottovalutarne i pericoli. Una maggiore attenzione da parte degli utenti è il primo strumento per aiutarci a contrastare questo tipo di fenomeni”.
Il cui potenziale non sfugge alle organizzazioni criminali, precisano gli inquirenti: “La criminalità informatica costituisce gran parte della criminalità italiana – ha precisato il Questore di Catania Giuseppe Gualtieri – nei prossimi 5 anni il 70/80% dei reati, anche da parte della criminalità organizzata, passerà online. La Polizia Postale da questo punto di vista rappresenta una prima linea, sopratutto a Catania. Si tratta di un fiore all’occhiello, che può far dormire sonni tranquilli ai cittadini catanesi e italiani”.
“Il cyber Crime è un settore particolarmente insidioso – ha aggiunto il dirigente della Polizia Postale Marcello La Bella – noi come Polizia Postale abbiamo specifici trust le cui competenze vanno dalla pedopornografia al terrorismo fino al financial cyber crime. Si tratta di un elemento di turbativa del mercato, esiziale per un sistema Paese che voglia evolversi anche online. Ad operare queste truffe era un’organizzazione strutturata, capace di fare colpi da centinaia di migliaia di euro. Ma abbiamo segnali che anche la criminalità organizzata si stia attrezzando per sfruttare questo tipo di guadagni facili”.
Come precisato dagli inquirenti, l’operazione si è avvalsa dell’ausilio degli specialisti nel contrasto al fenomeno del Financial Cyber Crime dei Compartimenti Polizia Postale di Messina, Palermo e Reggio Calabria. Nel corso delle perquisizioni contestuali agli arresti è stato sequestrato materiale informatico che sarà sottoposto ad analisi da parte del personale specializzato della Polizia Postale.