Demanio marittimo, CNA: "siamo in una situazione di forte e grave stallo. Serve l'intervento delle istituzioni"

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SICILIA – Tanta confusione e tanta incertezza: ma soprattuto una situazione di stallo che deve essere urgentemente superata. Per un settore, quello del demanio marittimo, che necessita di un quadro normativo chiaro e procedure snelle affinché una volta per tutte possa essere adottato il PUDM (Il Piano di Utilizzo delle aree Demaniali Marittime).

Lo chiedono i rappresentati del settore e lo chiede anche la politica attraverso la presidente della IV Commissione Territorio, Ambiente e Mobilità dell’ARS Giusi Savarino che ha convocato nei giorni scorsi, in una audizione congiunta con la III Commissione attività produttive, proprio chi da anni lavora in questo comparto. Che in Sicilia conta oltre 3.000 aziende e oltre 7.500 addetti.

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“Va eliminato – ha detto proprio la Savarino – l’equivoco sull’applicabilità al settore della Bolkestein: in verità gli stabilimenti balneari  non  svolgono un servizio pubblico, bensì un servizio privato su un bene pubblico e pertanto dovrebbero essere esonerati dall’applicazione della direttiva. Ma è indubbio che alcuni principi comunitari dovranno essere recepiti nella normativa, quali trasparenza, pubblicità, pluralismo e libera concorrenza”.

Ma cosa ne pensano le principali categorie di settore?

Abbiamo intervistato la presidente CNA Catania Floriana Franceschini e  il segretario provinciale CNA Catania Andrea Milazzo

Floriana Franceschini Andrea Milazzo cna
Floriana Franceschini e Andrea Milazzo

Quale l’attuale situazione del demanio marittimo: c’è una situazione di stallo?

“Si, di forte e grave stallo perché l’introduzione della direttiva servizi ha di fatto bloccato il regime concessivo alla data  del 31.12.2020. E’  chiaro che in tale situazione  di incertezza gli imprenditori del settore non possono permettersi investimenti di alcun tipo e ciò  ha un risvolto negativo ancora maggiore se si tiene conto che le presenze negli stabilimenti balneare in Sicilia  nel 2017  sono cresciute del 22% e la stima del 2018 prevede un + 23% sul dato del 2017. E’ quindi indispensabile che il governo nazionale trovi immediatamente una soluzione che garantisca la continuità aziendale e dia finalmente solide basi a una categoria che chiede certezze, permettendo il pieno rilancio del turismo costiero, che rappresenta ormai uno dei motori della nostra economia”.
Anche la IV commissione all’ars, di concerto con la terza, si sta occupando del problema. Un interesse che interpretate come?
“Un interesse che interpretiamo positivamente e riteniamo sia legato anche ad una nostra richiesta fatta in una precedente audizione in terza commissione in cui auspicavamo il coinvolgimento di tutta l’Assemblea Regionale al fine di assumere a livello di Parlamento Siciliano prima e di governo dell’isola poi, una posizione univoca nei confronti del governo nazionale finalizzata a garantire la continuità aziendale delle imprese del settore attraverso la tutela del legittimo affidamento dei concessionari”
La direttiva Bolkestein può essere utile? La Savarino, presidente della IV commissione Ars, ha detto: “se analizziamo la situazione, gli stabilimenti balneari non svolgono un servizio pubblico, bensì un servizio privato su un bene pubblico e pertanto dovrebbero essere esonerati dall’applicazione della direttiva“. Condividete questo pensiero? 
“L’applicazione della direttiva Bolkestein non lo è  sicuramente nell’ambito dei balneatori proprio per le ragioni su esposte, anzi….
Condividiamo  il pensiero della Presidente Savarino e ricordiamo che  lo stesso Fritzs  Bolkestein nello scorso aprile in audizione alla Camera ha specificato che la direttiva, che prende il suo  nome, non si applica ai balneatori chiarendo che quella del terreno demaniale è una concessione di beni e non di servizi. Crediamo però non basti  dire che non si applica, riteniamo infatti che vada  trovato uno strumento amministrativo che definisca questa situazione che a nostro avviso  è quello del  legittimo affidamento”.
Per garantire trasparenza, pluralismo e libera concorrenza cosa andrebbe applicato?
“Bisogna stabilire il principio del doppio binario che distingua tra concessioni esistenti da tutelare e nuove da concedere: in quest’ultimo caso siamo contrari ad un sistema che premi solo l’offerta più alta perché è evidente che i grandi gruppi e le multinazionali avrebbero partita vinta facilmente annientando un sistema virtuoso che cresce del 23% in ragione d’anno basato sulla piccola impresa locale (il 90% dei nostri stabilimenti è a conduzione familiare). Riteniamo necessario, invece,  premiare l’offerta economicamente più vantaggiosa che tenga conto della capacità di interazione con il complessivo sistema turistico del territorio locale e che valorizzi le peculiarità della nostra variegata offerta turistica”.
Serve un confronto con il governo nazionale sulle concessioni demaniali?
“Assolutamente si! A livello nazionale la CNA mantiene un confronto serrato da anni con il governo nazionale su queste tematiche: crediamo fondamentale, e per questo abbiamo chiesto le audizioni alle commissioni parlamentari, che anche le istituzioni regionali perorino con forza la tutela del legittimo affidamento quale strumento amministrativo più adatto ad offrire tutela agli attuali concessionari che hanno realizzato investimenti, attraverso i sacrifici propri e delle loro famiglie, sulla base di un rapporto fiduciario con lo Stato. Imprenditori e famiglie che, in assenza di tale strumento, rischierebbero di vedersi privati delle proprie aziende”.

 

Secondo Ignazio Ragusa – presidente della SIB FIPE Sicilia di Confcommercio Sicilia, Imprese per l’Italia – “sono diverse le complesse problematiche che gli operatori del settore, legati al demanio, vivono quotidianamente, problematiche sviluppate dall’ascolto delle esigenze dei propri associati e sempre nell’interesse del territorio e dell’esigenze della collettività”. Per questo il Presidente della Sib Sicilia auspica, in breve tempo, un prossimo incontro con l’Assessore Regionale, del Territorio e dell’Ambiente per definire al meglio le linee guida e le regole sul demanio, per salvaguardare coloro che hanno garantito e che garantiscono la fruizione del mare.

 

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