TAORMINA – Secolari mappe e vetusti atlanti della Trinacria: sono autentici capolavori da esposizione le incisioni custodite nella Biblioteca regionale universitaria “Giacomo Longo” di Messina. Merito di cartografi raffinati, chiamati a tradurre in segni codificati le rotte di terre e di mare che hanno segnato l’umana avventura mediterranea. E “Geografie sentimentali” è il titolo della grande mostra allestita da domenica 24 giugno a domenica 8 luglio a Taormina, nella splendida sede di Palazzo Ciampoli. Si tratta di un autentico evento, promosso da Taobuk, il Taormina International Book Festival, che anche quest’anno – all’interno di un vasto programma in cui la letteratura dialoga con tutte le arti – propone una mostra di rilievo, con il patrocinio dall‘Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e della citata Biblioteca regionale, e con il sostegno del Parco Archeologico Naxos Taormina e il supporto organizzativo della società Aditus Tne Key.
Il racconto della Sicilia e del Mediterraneo attraverso le mappe storiche conferma il ruolo nevralgico di Messina tra il Medioevo e l’inizio dell’Età Moderna, come svela la selezione di libri antichi e stampe di pregio curata da Maria Teresa Rodriquez e Roberta Scorranese. La progettazione e direzione degli allestimenti sono di Francesca Cannavò; il progetto grafico è di Tina Berenato.
Il vernissage, fissato per domenica 24 giugno alle ore 12, prevede un intervento dell’Orchestra mandolinistica “Gioviale” di Taormina. Presenzierà Sebastiano Tusa, Assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana: «Taobuk è un evento qualificante che seguo e apprezzo, particolarmente perché nella stagione estiva, che molti credono vocata solo allo spettacolo puro, dà spazio al libro che ritengo insostituibile strumento di riflessione personale e collettiva. E ancor più perché lo è nella funzione di bene culturale in senso lato e anche tecnico, nella dimensione di raccolta libraria pubblica e talvolta privata. In ragione di questa consapevolezza, l’Assessorato che ho l’onore di dirigere ha dato il suo contributo perché possa svolgersi, in parallelo alla rassegna letteraria, la Mostra di Libri Antichi e di Pregio curata dalla Biblioteca Regionale di Messina e dal Parco Archeologico di Naxos».
«È una mostra – sottolinea Antonella Ferrara, Presidente e Direttore artistico di Taobuk – che ben si sposa con il filo conduttore del festival, che quest’anno ruota intorno al concetto di rivoluzione-evoluzione. Nell’incisione del bulino si colgono infatti cambiamenti epocali scientifici e di pensiero. E ogni mappa storica è un aggiornamento di acquisizioni continue, che si nutrono delle ricerche e delle scoperte di naviganti ed esploratori. I suoi segni codificati accompagnano i piccoli e i grandi viaggiatori in un tour perpetuo di nuove mete e ineludibili ritorni. Fino a toccare i confini della Terra, che a sua volta ruota su stessa e intorno alla sua stella. E il letterale “revolvere” degli astri come degli uomini è il gesto che sta alla radice stessa della parola rivoluzione, tracciando ineluttabilmente la rotta di chi la compie».
Sulla valorizzazione dei beni culturali insiste Vera Greco, Direttore del Parco Archeologico di Naxos Taormina: «Alla consueta serata inaugurale al Teatro Antico, quest’anno la partecipazione del Parco, partner storico di Taobuk, aggiunge la mostra di libri antiquari provenienti dalla Biblioteca regionale messinese, che è stata realizzata a Palazzo Ciampoli, altro gioiello di proprietà dell’Assessorato Regionale Beni Culturali. Si è raggiunto così un duplice obiettivo: valorizzare il segmento dei libri antichi e di pregio nel panorama dei beni culturali siciliani, e riaprire un monumento importante, del quale la collettività reclama la fruizione permanente quale significativo tassello nella costruzione di un’offerta culturale mirata a compiere un’auspicata rivoluzione: non fermare il turismo a Taormina da novembre a maggio».
Si riparte dunque con l’evento espositivo elaborato da due esperte curatrici: «La storia della Sicilia – spiega Maria Teresa Rodriquez, dirigente responsabile della Biblioteca – è anche la storia del suo territorio e le biblioteche sono il luogo, per eccellenza, dove ricostruire le storie per costruire la storia. Le carte, come i libri, ma dotate di una capacità di comunicazione più immediata della scrittura, sono un documento, testimonianza di culture, di epoche, di tecniche, di uomini. Parlano con le immagini di cui vanno indagati simboli, motivi di produzione, pubblico di riferimento. L’insularità della Sicilia nelle carte più antiche, ma non solo, è vista non come isolamento, ma come apertura verso altre terre, simboleggiata dalla cornice spezzata che racchiude l’isola, come crocevia delle rotte mediterranee, quasi un ponte fra l’Europa e l’Africa e verso la Terra Santa e i mercati d’Oriente. Dalla ricchezza delle sue collezioni storiche, accresciute negli anni con una mirata politica di acquisizioni, la Biblioteca regionale di Messina offre, in questa occasione, una consultazione delle carte storiche diversa da quella tradizione, più museale, assolvendo ai suoi compiti di promozione della cultura e valorizzazione del proprio patrimonio bibliografico».
«Il percorso di “Geografie sentimentali” – riassume Roberta Scorranese, giornalista del “Corriere della sera” – è un racconto che va dal Cinque all’Ottocento, a volte seppiato, a volte colorato, più o meno intriso di fantasia. Ci sono le mappe fatte per i naviganti, con i riferimenti per l’attracco bene in evidenza. E ci sono quelle che, per esempio, Vincenzo Maria Coronelli fece per gli eruditi, i quali nel tardo Seicento non gradivano più una rappresentazione fedele della Terra, poiché erano abituati ad assegnare a ciascun luogo un mito, un simbolo, un rimando culturale. Ci sono le città vere e le città ideali, come nella mappa del 1680, firmata dal fiammingo Frederick de Wit che riprende una rappresentazione del secolo precedente: in un riquadro in alto, compare una Messina dotata di mura di cinta e di arsenali che all’epoca non esistevano, ma quella era l’immagine che si voleva trasmettere. E poi ci sono gli uomini, quelli che giravano a piedi l’isola per poterne tracciare forma e coordinate, come Filippo Cluverio, geografo tedesco che visse solo 42 anni ma ci ha lasciato in eredità le linee guida della geografia storica. ». È il romanzo della Sicilia e del Mediterraneo in una trentina di mappe preziose, ciascuna con una storia e una voce.