CATANIA – “Dobbiamo lavorare per costruire una città dalla quale i nostri figli non debbano più scappare”. Il neo sindaco di Catania Salvo Pogliese dedica ai suoi rampolli Antonio e Giovanni la parte più toccante del discorso d’insediamento. Il candidato del centrodestra uscito vittorioso dalle Amministrative di domenica scorsa – ben il 52% dei catanesi ha votato per lui – ha preso possesso questa mattina del suo ufficio di Palazzo degli Elefanti, ricevendo la fascia di primo cittadino dalle mani del sempiterno commendatore Luigi Maina.
L’operazione non riesce al primo tentativo, e allora ci pensa il Presidente dell’ARS Gianfranco Miccichè a sistemare il tricolore sulle spalle di Pogliese. “Un fuoriclasse”, lo definirà il capo di Forza Italia in Sicilia nel corso del suo – non previsto – intervento. E oggi non è previsto nemmeno un vero e proprio passaggio di consegne con l’uscente Enzo Bianco, che infatti non si fa vedere ma la cui presenza aleggia in queste sale calcate per tanti anni. Fa una puntatina, invece, l’ex candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle Giovanni Grasso, oggi consigliere comunale, che si affaccia nell’ufficio del primo cittadino e ne esce subito dopo seguito da altri esponenti del M5s.
Ma oggi è la festa del nuovo sindaco e gli occhi sono tutti per lui. Che oltre a ringraziare la moglie e i bambini traccia le linee guida della sua sindacatura. “Le parole chiave saranno efficienza e sobrietà – dice Pogliese – come catanesi dobbiamo liberarci anche di alcuni nostri difetti, come la tendenza a piangerci addosso e ad addebitare a Palermo, Roma e a Bruxelles problemi che sono soltanto i nostri”. Il neo sindaco – che a Bruxelles ha lasciato una comoda poltrona, come non manca di ricordare – imposterà la sua azione amministrativa proprio a questo.
Ordine, decoro, presenza. Nessuna bacchetta magica, naturalmente: “Catania è una città con mille problemi. Il sindaco non è un tuttologo, dovrà circondarsi delle comptenze e delle personalità migliori”, avverte. “Incontrerò la cittadinanza ogni quindici giorni, i catanesi non avranno bisogno del funzionario, del consigliere, dell’onorevole per vedermi”, aggiunge. La promessa è salutata da una calorosa ovazione. Parte un “Fozza Catania!” cui il primo cittadino, che ha sofferto insieme ai tifosi allo stadio anche domenica scorsa, risponde con un sorriso. E in sala è già Serie A.
Intorno al festeggiato i rappresentanti della coalizione di centrodestra, che con le sue nove liste ha consacrato la vittoria del 10 giugno. Oltre a Micciché la delegazione di Forza Italia vede l’Assessore all’Economia e Vicepresidente della Regione Gaetano Armao e l’Assessore alle Infrastrutture Marco Falcone. Per #DiventeràBellissima c’è il senatore Raffaele Stancanelli, che della coalizione è stato federatore. Per Fratelli d’Italia c’è il coordinatore regionale Manlio Messina, per la Lega l’Assessore designato Fabio Cantarella. Più in là gli alti membri della giunta indicati da Pogliese, Ludovico Balsamo, Roberto Bonaccorsi e Sergio Parisi. E poi un mondo di candidati, onorevoli e uomini di partito, entranti, uscenti, laterali e collaterali.
Pogliese saluta tutti, abbraccia tutti, si concede generosamente ai flash dei giornalisti malgardo la temperatura sia ben oltre i trenta gradi. Per fare il sindaco, del resto, c’è da sudare. Dopo la cerimonia di insediamento tappa in Cattedrale per un omaggio floreale a Sant’Agata. Del resto, come ha detto il commendatore Maina, “non ci può essere sindaco di Catania che non sia devoto alla Santuzza”. Cittadini! Cittadini!
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