CATANIA – Una sinistra divisa, lacerata dalle proprie contraddizioni e da “gruppetti autoreferenziali che riescono a distruggere ogni tentativo unificante”. A scattare una fotografia del fronte progressista catanese, a pochi giorni dal voto amministrativo del 10 giugno, è Paolo Castorina, candidato al Consiglio Comunale nella lista “E’ Catania” che sostiene Emiliano Abramo sindaco. Una scelta di campo, quella di Castorina, che già nel 2013 aveva prospettato l’unità della sinistra catanese contro le armate brancaleone del centrodestra di Stancanelli e del centrosinistra di Enzo Bianco.
Cinque anni dopo la sfida è la stessa. E la sinistra pure. “Prevale un approccio divisivo piuttosto che unificante – spiega ai microfoni di Hashtag Sicilia l’ex sindaco di Acicastello – Questa è la ragione per cui alcuni di noi si sono candidati nella lista di Emiliano Abramo, contribuendo a scrivere il programma. Programma che riporta alcune istanze che la sinistra catanese ha nel suo dna da molti anni. Abramo è colui che le riflette di più, e questa è la ragione per cui io sono candidato nella sua lista”.
La priorità, spiega Castorina, è ripartire dai temi tralasciati in questi anni da Bianco e dal centrodestra. “Il problema di Bianco è proprio la sua continuità con le precedenti amministrazioni – attacca il candidato di “E’ Catania” – In questi anni le periferie sono state trascurate e l’ordinaria amministrazione non ha funzionato, basti pensare alla questione dei rifiuti e del traffico. Quello che ha funzionato – purtroppo – sono i grandi affari sulla pelle della città”.
Qualche esempio? “Mi riferisco all’approvazione del PUA, il piano della Playa che prevede un milione di metri cubi di cemento – dice Castorina – a Corso Martiri, che al di là degli alberelli prevede 250.000 mq di cemento, al Centro direzionale di Cibali, 125.000 mq di cemento. C’è il problema del Porto, con un progetto che prevede l’ennesimo grande centro commerciale. Tutte le amministrazioni che si sono susseguite negli anni, compresa quella di Bianco, hanno continuato a trascurare la città interessandosi soltanto ai grandi affari”. E a proposito di grandi affari, sottolinea il candidato, “il prossimo che vedo all’orizzonte è quello della privatizzazione dell’Aeroporto”.
Ma all’ordine del giorno ci sono anche questioni di moralità e trasparenza. “Funzionari vicini a Bianco sono stati indagati, e questa è una cosa grave – ricorda Castorina – Quando ero sindaco ad Acicastello esistevano i Comitati Regionali di Controllo che vistavano le delibere dal punto di vista della legittimità. Poi i CORECO sono stati aboliti e oggi la legittimità è data dal funzionario di vertice. Che però è scelto direttamente dal sindaco”. Un sistema autoreferenziale che ha favorito situazioni come quelle che di recente hanno riempito le cronache giudiziarie catanesi.
Quello che serve, prosegue il candidato, è un segnale di discontinuità rispetto alle oligarchie di centrodestra e centrosinistra che negli ultimi trent’anni si sono spartite la città: “Emiliano Abramo, con il programma che abbiamo costruito, può rappresentarla – spiega Castorina – Pogliese vuole il Piano Regolatore, ma dubito che la sua idea sia la stessa che abbiamo noi. Sull’edilizia diciamo no a nuovo cemento e sì alla recupero dell’esistente. La riqualificazione darebbe lavoro a molte piccole e medie imprese per decenni. Anche l’efficientamento energetico degli edifici darebbe grande possibilità di lavoro alle pmi. C’è un quadro importante che permetterebbe di creare lavoro in questa città, impedendo che i giovani debbano andarsene”.
E a proposito di lavoro, sono molti i campi in cui un’amministrazione virtuosa dovrebbe investire: “Pensiamo soltanto al turismo – prosegue il candidato di “E’ Catania” – Molti visitatori oggi arrivano a Catania grazie ai voli low cost e alla difficoltà ad andare nei Paesi del Magreb, per paura del terrorismo. Ma noi non stiamo creando un’adeguata offerta turistica, che pure darebbe lavoro a moltissimi giovani. Un po’ di soldi – quelli della tassa di soggiorno, che non sono pochi – si potrebbero utilizzare per creare percorsi turistici degni delle grandi città europee. Questo ci aiuterebbe a stabilizzare i flussi, che oggi ci sono ma domani potrebbero non esserci più”.
E ancora commercio di vicinato, tecnologie, industria 4.0. Nella città che Abramo consegnerebbe tra cinque anni, in caso di vittoria, c’è tutto questo. Insieme alla voglia di rivincita: “Oggi c’è una città ripiegata su se stessa, che ha perso la voglia di partecipare – conclude Castorina – Bisogna riattivare spinte civiche e culturali. Catania ha grandi potenzialità, intelligenza, vivacità, zelo. Dobbiamo ripartire da qui”.