Intervista a Sebastiano Arcidiacono: "Catania deve ripartire da ciò che non si è fatto in questi anni"

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CATANIA – Assessore, Consigliere comunale, Vicepresidente del Senato cittadino. Non sono in molti, nell’esercito dei candidati alle Amministrative catanesi del 10 giugno, ad avere il cursus honorum di Sebastiano Arcidiacono. Una storia di impegno civico e politico, la sua, che dall’associazionismo cattolico lo ha portato a diventare uno dei protagonisti della vita pubblica catanese, oggi di nuovo in corsa nelle fila di Grande Catania, una delle nove liste a sostegno del candidato sindaco del centrodestra Salvo Pogliese.

Anche per Arcidiacono questa nuova candidatura è “una scelta d’amore per Catania”. “Sono figlio della periferia sud di questa città – racconta ai microfoni di Hashtag Sicilia – ho deciso di vivere qui con la famiglia e i miei figli. Per me la politica è studio, impegno, fatica, non fare proclami e slogan ma parlare con cognizione di causa. Non è facile, per questo molti preferiscono prendere in giro i cittadini. Io mi sono impegnato a documentare ogni cosa che dicevo, credendo nelle battaglie che ho portato avanti senza farmi tirare per la giacchetta da nessuno”.

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Certo il percorso non è stato facile. Dopo le esperienze di Assessore nella Giunta Stancanelli, cinque anni fa Arcidiacono è stato eletto nelle fila di Articolo 4 nella coalizione di centrosinistra. Ben presto però lascia la maggioranza per diventare – con pochi altri – l’anima dell’opposizione ad Enzo Bianco. “Sono rimasto tre anni nel Gruppo Misto – ricorda il Vicepresidente del Consiglio Comunale – perché non ho trovato un progetto politico che rispondesse ai miei obbiettivi per la città. Ho deciso di ricandidarmi solo perché ho trovato in Pogliese la possibilità di concretizzarli”.

A proposito di programmi, per Arcidiacono le priorità per il futuro sono quelle tralasciate dall’Amministrazione uscente: “In questi anni è stato cancellato il piano parcheggi – attacca il candidato – bisogna contenere il volume delle automobili favorendo le linee del Brt, la Metropolitana ma anche gli operatori privati come i taxi. Non si è fatto nulla sulla raccolta differenziata, dal giorno successivo alle elezioni bisognerà tornare su questo tema perché siamo rimasti al bando del 2008, che con Stancanelli raggiungeva il 14-15% e oggi tocca punte minime del 7%. Bisogna poi decidere cosa fare della Playa, gli investitori internazionali fuggiranno dalle aree instabili del bacino Mediterraneo e del Medio Oriente, potrebbe essere una bella opportunità per destagionalizzare e creare nuove opportunità di lavoro per i giovani che scappano da Catania in cerca di un pezzo di pane”.

“Queste sono le tre grandi priorità – prosegue – in una città che è fuori controllo e che va ripresa in mano, anche partendo dal rafforzamento del corpo dei Vigili Urbani, di cui tanto si è parlato senza concludere niente”. E riguardo al mondo della piccola e media impresa e dell’artigianato, di cui Catania faceva il proprio fiore all’occhiello prima della crisi? “Occorre anzitutto mettere un po’ d’ordine – dice Arcidiacono – qui c’è il rischio che chi rispetta le regole resti fuori dal mercato. L’abusivo esclude chi paga le tasse per aprire un’attività o per avere il suolo pubblico. Occorre che questo settore sia controllato per dare la possibilità di una competizione tra pari. Solo così si potrà costruire uno sviluppo vero, per combattere la disoccupazione e il lavoro nero”.

Progetti ambiziosi, quelli che il consigliere uscente cercherà di portare avanti in caso di nuova elezione al Senato cittadino. Ma Arcidiacono non dimentica la dimensione civica del suo impegno, incarnata anche dal progetto portato avanti fino a pochi mesi fa con il professor Maurizio Caserta: “Il progetto con Maurizio è cominciato alcuni anni fa con degli incontri tematici con la città – ricorda Arcidiacono – era l’idea di costruire un fronte civico, non certo una candidatura. Volevamo che le forze migliori e più attive, che spesso non vengono ascoltate da questa politica che si grida addosso, trovassero uno spazio per raccogliere il proprio consenso. Poi il progetto si è un po’ arenato, perché costruire percorsi nuovi e innovativi è faticoso. Ma resta in piedi, con Caserta proviamo anche attraverso la mia persona ad entrare in Consiglio Comunale perché Catania ha bisogno di andare oltre centrodestra e centrosinistra, che come vediamo anche dalla formazione di questo nuovo Governo sono ormai superati”.

“Mi aspetto che tra cinque anni lasciamo una città con una visione precisa – conclude il candidato di Grande Catania – Chiedo il voto agli elettori non sulla base di promesse ma per quello che ho fatto, per il modo in cui mi sono impegnato e per le cose che ho detto. La gente sa che sono stato l’unico consigliere ad andare controcorrente, quando ho visto che non si realizzavano i progetti per la città. Sono una persona libera e questa libertà intendo mantenerla. Su questo chiedo il consenso, non sulle parole e sugli slogan”.

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