CATANIA – Oggi è “soltanto” candidata al Consiglio Comunale. Ma cinque anni fa, in prima linea nella corsa a Palazzo degli Elefanti per il nascituro Movimento Cinque Stelle, c’era proprio lei. Lidia Adorno, lavoratrice e mamma, attivista pentastellata della prima ora, ricorda senza rimpianti quella sfida risoltasi piuttosto male per il M5s.
“E’ passata un’era geologica – dice ai microfoni di Hashtag Sicilia – nel 2013 si ebbe un risultato certamente non brillante, anche per la legge elettorale che penalizza chi si presenti da solo e non in coalizioni di molte liste. Allora le chiamavamo liste ‘Biancanelli’, da Bianco e Stancanelli. Oggi abbiamo Pogliese e lo stesso Bianco, ma le cose sono molto diverse. A Catania, alle Politiche, ci ha votato un elettore su due. Spero che sull’onda dell’entusiasmo per il nuovo Governo si riesca a portare a casa un risultato importante anche in questa città”.
Mentre si svolge l’intervista il Governo Conte ha giurato da pochi minuti. Dopo cinque anni di opposizione e gli infiniti tira e molla degli ultimi giorni, il sogno di un esecutivo giallo-verde si è realizzato. Con la presenza di un importante ministro catanese: “Con Giulia Grillo abbiamo iniziato questo percorso dieci anni fa – dice Adorno parlando del neo-ministro della Salute – lei è una delle attiviste più autentiche che conosca, che iniziò con il primo V-day, quando ancora il Movimento non esisteva e nessuno aveva ambizioni di poltrone. A Giulia faccio i miei migliori auguri, finalmente abbiamo un Ministro che fa il medico e potrà rappresentare un valore aggiunto”.
Tornando alle Amministrative, la candidata dei Cinque Stelle smentisce qualsiasi frizione interna sulla scelta del professor Giovanni Grasso come front runner. “La candidatura di Grasso nasce dalla votazione di un unico meetup, quello di via Filocomo – spiega Adorno – gli altri meetup hanno accolto la scelta in maniera unanime. Ma vorrei sottolineare un aspetto. Forse sorprenderà, sopratutto pensando ai criteri della vecchia politica, ma per noi il nome è secondario. L’importante è il progetto politico, quale che sia il nome che lo incarnerà. Pensi che, a parte Giovanni Grasso che sarà il nostro capolista, gli altri nomi sono stati scelti per estrazione”.
Nessun dubbio, in ogni caso, sulle capacità del candidato sindaco chiamato a confrontarsi con vecchi lupi della politica. “Io non ho partecipato alla votazione – ammette – ma riconosco che si tratta di una persona di altissimo profilo con grandi capacità”. Ma con quale programma i pentastellati si propongono all’elettorato catanese? “A differenza di chi ha amministrato negli ultimi anni noi abbiamo le mani libere che ci permetteranno di andare a fondo sui conti pubblici, di ridisegnare la città a partire da un porto turistico, per rilanciare veramente il turismo e affiancarvi la cultura. Una città a misura d’uomo, che guardi alla mobilità sostenibile, all’ecologia, alla legalità”.
A chi immagina per lei un ruolo nel prossimo governo cittadino, la Adorno ribadisce che in caso di elezione si concentrerà soltanto sul mandato di consigliere. “Giovanni Grasso ha già designato diversi assessori, tra questi non figura il mio nome né io avevo questa ambizione – dice – Ho scelto questa candidatura al Consiglio, per essere uno strumento nelle mani degli elettori. Vedremo come andrà. Ma credo che Catania sia matura per il cambiamento”.
A tirare la volata al Movimento nella corsa a Palazzo degli Elefanti, domenica, verrà il capo politico Luigi Di Maio, fresco di nomina a Vicepresidente del Consiglio e a Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico. “Invito tutti i catanesi a partecipare – conclude Lidia Adorno – credo che quel cambiamento che abbiamo raggiunto a Roma e nel Paese sia a portata di mano. Basta alzare la testa e capire che adesso tocca a noi catanesi”.